Announcement

Collapse
No announcement yet.

Influenza h1n1: Commenti, analisi, opinioni

Collapse
X
 
  • Filter
  • Time
  • Show
Clear All
new posts

  • #31
    Re: Intervista a Ilaria Capua

    Secondo l'ultima valutazione del rischio effettuata dal Centro Europeo per il Controllo delle Malattie, pubblicata sul sito web dell'organizzazione l'8 marzo scorso (http://www.ecdc.europa.eu/_layouts/C...0-fd227fbf8afe), una ondata epidemica nelle settimane a venire - primavera/estate - nell'emisfero nord ? improbabile data l'immunit? ottenuta dalla popolazione tramite infezione naturale col virus A/H1N1 2009 pandemico, sia con infezione conclamata che asintomatica o per mezzo di immunit? crociata nei soggetti piu' anziani (entrati in contatto in giovent? con varianti antigeniche simili), oppure tramite vaccinazione.

    Questo a patto che il virus circolante non subisca drastiche mutazioni antigeniche tali da evadere l'immunit? acquisita, oppure mutazioni a carico delle subunit? interne in grado di modificarne la trasmissibilit? o la virulenza, o una combinazione di questi elementi.

    L'emersione di una nuova variante antigenica (antigenic shift) tramite riassortimento con altri sottotipi influenzali di origine animale non pu? certo essere esclusa a priori, perci? la sorveglianza deve essere mantenuta, unitamente a una estensione della copertura vaccinale con vaccino monovalente pandemico H1N1 2009, specialmente per il personale dei servizi sanitari ed essenziali, in quei paesi dove la campagna di immunizzazione ? risultata in un completo fallimento.

    E' bene ricordare per? che - come ? emerso dopo l'improvvisa comparsa del virus pandemico un anno esatto fa, diffusosi indisturbato in aree povere in un paese in via di sviluppo, il Messico - la sorveglianza veterinaria ? carente oppure la corruzione dei pubblici ufficiali da parte di grandi aziende agro-alimentari, sempre nelle stesse aree sottosviluppate, per coprire eventuali epizoosi, rende quasi impossibile scoprire una nuova variante i nfluenzale di origine animali prima che questa abbia gi? causato una epidemia nell'uomo di dimensioni tali da non poter piu' essere contenuta.

    Comment


    • #32
      Re: Intervista a Ilaria Capua

      non ? piuttosto si ? trovato per dichiarare, GISAID sarebbe " apra il source" e " pubblicamente available" ,
      se lo scopo reale diritto consiste di ritenere i dati dal pubblico, in modo da ridurrsi le preoccupazioni dei
      chi si sottomette? (non pu? essere pubblicato)
      Abbiamo genbank, di cui le sequenze sono public domain, mentre GISAID richiede il registro e la sign
      dei 6 poco chiari pagina gli utente-accordi che essenzialmente sembra includere mantenendo segreto
      di dati di GISAID e dal public domain.
      Capua apparantly non risponde ai email e GISAID ? circondato da mistero e regole poco chiare,
      nessuna discussione pubblica. Cos? inoltre la mia proposta ? rimanere senza risposta, pubblicare
      almeno i dati vaccino-irrilevanti. Gli articoli pubblici (per esempio .CIDRAP, video di Capua)
      sembrano prefabbricati da GISAID ed evitano discussioni, don' menzione di t questa polemica.
      Quella molto polemica che quello ha condotto all'istituzione di GISAID in 2006 in primo luogo.


      qui paragonano GISAID a HapMap, ma i dati di HapMap sono liberamente trasferibili.
      I 6 mesi non sono stati realizzati, in effetti molti (pi??) Le sequenze di GISAID sono (?) be non
      sia pubblicato mai.

      People facts that helped shape the history as we know it today - from Cleopatra, to Mahatma Gandhi, to Barack Obama, and Queen Elizabeth II.

      qui parla di " apra il ource" e " " di public domain; per esempio in relazione ai matematici
      di Cambridge. E quando pubblicate una carta dovete presentare le sequenze a genbank.
      (--> nessun carte circa GISAID-sequenza-analisi)
      Cos?, mentre questa ? verificata nel genbank, non ? in GISAID in it' forma della corrente di s.
      Ancora questo problema sta evitando, tentativi di miglioramento sembra sgradito.
      I'm interested in expert panflu damage estimates
      my current links: http://bit.ly/hFI7H ILI-charts: http://bit.ly/CcRgT

      Comment


      • #33
        Re: Intervista a Ilaria Capua

        > 0,002%

        0.02%: http://cdc.gov/h1n1flu/estimates_2009_h1n1.htm
        I'm interested in expert panflu damage estimates
        my current links: http://bit.ly/hFI7H ILI-charts: http://bit.ly/CcRgT

        Comment


        • #34
          Re: Intervista a Ilaria Capua

          > Tuttavia in questo momento qualsiasi previsione è impossibile

          forse impossile per Capua, ma non impossibile per altri:


          I'm interested in expert panflu damage estimates
          my current links: http://bit.ly/hFI7H ILI-charts: http://bit.ly/CcRgT

          Comment


          • #35
            Re: Intervista a Ilaria Capua

            #4: ... registro ...

            "confido in voi" ...
            "scientific guilde usual entrance"
            or the "tracing story" ...

            ___




            FAQs about GISAID

            ...
            Q: Why is there a requirement to register in order to access the data? TOP
            A: Those who register agree to terms of use for the database ...

            Q: What conditions do registered users agree to? TOP
            A: Registered users can upload data relating to sequences, clinical manifestations in humans, epidemiology, observations in poultry and other animals, etc. These data will be accessible to all other registered users, but not to others unless they have agreed to the same terms of use. This maintains confidentiality of the data.

            The data can be used to publish resultsif the publication acknowledges the originating laboratory and the authors agree to collaborate with the data provider in further analysis and research.The data can also be used to develop vaccines and other interventions.

            Q: What is happening to the intellectual property? TOP
            A: Influenza viruses have not been subject to intellectual property rights historically. This tradition has been important because the required changes in influenza viruses contained in human influenza virus vaccines to match those viruses circulating currently in the field must occur at a speed far in excess of the legal process associated with the attainment of commercial protection. In order to allow rapid development of products such as vaccines and other interventions on an equitable basis by all countries and other interested parties, the convention has been for human health professionals to share virus specimens and data openly without creating barriers of exclusivity such as the filing of patents."<?XML:NAMESPACE PREFIX = O /><O:P></O:P>

            Comment


            • #36
              Incontro pubblico a Verona sull' influenza

              Verona. ?Il virus A/H1N1 ? tra noi e sta provocando epidemie nel sud del mondo, ci attendiamo che torni a contagiare anche in Europa il prossimo autunno. Ma ci stiamo preparando all'eventualit?: il vaccino per l'influenza stagionale sar? trivalente e conterr? antigeni del virus H1N1. Chi si ? vaccinato lo scorso inverno dovrebbe essere coperto anche per la prossima stagione?.
              IL DOPO ALLARME. Le parole di Donato Greco, dirigente di ricerca al Centro nazionale di sorveglianza e promozione della salute dell'Istituto superiore di sanit?, rappresentano la risposta politicamente corretta ai tanti dubbi e alle critiche sorti alla luce dell'allarme pandemia lanciato la scorsa estate dall'Oms (Organizzazione mondiale della sanit?) e recepito da molti governi. Un eccesso di zelo? Tanto rumore per nulla? Domande cui si ? tentato di rispondere, ieri in sala Marani, nell'incontro pubblico organizzato da Dialogo sui farmaci (bollettino bimestrale indipendente, di propriet? dell'Ulss 20 e dell'Azienda ospedaliera integrata) non solo per analizzare criticamente le azioni messe in atto per contrastare la pandemia causata dal virus A/H1N1, ma soprattutto per imparare dall'esperienza fatta e maturare osservazioni conclusive su basi razionali.
              ALLARME GIUSTIFICATO. La prima conclusione cui si ? giunti, seppur con sfumature diverse, ? che l'Italia ha fatto bene a acquistare le dosi di vaccino, ?perch? quando ne ? stata data la disponibilit? la situazione non era ben chiara?, ha ricordato Massimo Valsecchi, direttore del Dipartimento di prevenzione dell'Ulss 20, ?l'Oms ha elevato l'allarme al massimo grado in virt? dei decessi registrati in Messico, che in realt? non erano stati catalogati in maniera corretta. Solo quando la pandemia ha raggiunto gli Stati Uniti si ? fatta chiarezza sui decessi realmente imputabili al nuovo virus, ma ormai l'Oms si era mossa e la corsa al vaccino si era doverosamente messa in movimento in Europa?.
              L'ESEMPIO ASIATICA. Convinta dell'appropriatezza delle decisioni assunte dal ministero della Salute si ? detta anche Stefania Salmaso, direttrice del centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute dell'Iss. ?Per prepararci al futuro abbiamo guardato al passato, nella fattispecie all'influenza asiatica che nel 1969 aveva provocato nel nostro paese all'incirca 20.000 decessi. Su quei modelli epidemiologici abbiamo predisposto il piano pandemico, ipotizzando lo scenario peggiore, ossia una percentuale di decessi del 20% in soggetti sani. Il virus ? stato meno virulento di quanto ipotizzato, ma questo non significa che sia stato fatto tanto rumore per nulla. Anche una sola vita merita di essere salvata. Piuttosto che rumore, direi che sull'influenza A c'? stato troppo clamore e si ? scivolati sul terreno della bagarre?.
              INFORMAZIONE CARENTE. La bassa percentuale di adesione al vaccino, secondo Valsecchi, ?deve farci riflettere, al pari del sistema di comunicazione, che in questa occasione si ? dimostrato carente. Il mondo scientifico ha fatto la sua parte, con opinioni contrapposte che alla fine hanno convinto il cittadino a lasciar perdere, ma anche l'informazione ha giocato un ruolo importante?.
              Critica, in questo senso, la posizione del farmacologo Silvio Garattini, direttore dell'istituto Mario Negri di Milano, che definisce ?scandalosa la curiosit? dei media nei confronti dei morti di influenza A?.
              ?Il catastrofismo sposato dai media?, ha detto, ?ha costretto il cittadino a andare a cercare informazioni altrove, da fonti non attendibili, e i medici non hanno contribuito a migliorare la comunicazione?.

              Comment


              • #37
                Re: Incontro pubblico a Verona sull' influenza

                Incontro interessante a cui ho partecipato personalmente anche se a interventi di alto livello si sono contrapposti interventi mediocri e altri assolutamente criticabili.

                Ottimo l' intervento di Luigi Lopalco, membro della ECDC, che lavora a Stoccolma, a dimostrazione che basta avere la testa fuori dall'Italia per avere una visione delle cose pi&#249; equilibrata. Ha letteralmente smontato le ipotesi di complotto dell' OMS e delle case farmaceutiche , mettendo in luce come i criteri di definizione della pandemia non sono mai stati cambiati, ma a cambiare &#232; stata solo una pagina tra le tante che erano presenti sul sito e che aveva scopo divulgativo. Le case farmaceutiche, ha sostenuto, non avevano nessun interesse a produrre a vaccini e sono state tirate per la giacca e convinte solo grazie ai cosiddetti accordi secretati ( che di segreto poi non avevano nulla!) Una nuova statina risulta essere molto pi&#249; remunerativa dei vaccini.
                I vaccini, ha detto, non vanno enfatizzati, ma va riconosciuto la loro importanza nel salvare vite umane e la domanda da porsi &#232; :

                perch&#232; non erano vaccinate le 243 persone decedute in Italia, in particolare quelle appartrenenti ai gruppi a rischio ?

                PS: in Svezia si &#232; vaccinata il 70&#37; dell' intera popolazione, da noi neanche il 2%

                Comment


                • #38
                  Re: Incontro pubblico a Verona sull' influenza

                  Un altro intervento interessante ? stato fatto da Roberto Satolli, medico e giornalista, direttore della rivista "Tempo Medico Cuore".
                  Ha messo in luce come la blogosfera abbia rappresentato il vero elemento determinante e caratterizzante dell' intera stagione trascorsa e come abbia condizionato pesantemente gli orientamenti dell' opinione pubblica. Personaggi come Jefferson ( attentiallebiufale) si sono fatti prendere la mano dal successo riscosso e si sono assunti il ruolo di profeti e di depositari della verit?.
                  Come esempio di informazione pi? equilibrata ha citato il sito di Darwinflu di Meldolesi e Bangone.
                  La cronaca da parte dei giornali, secondo lui , ? stata troppo allarmistica con il resoconto quotidiano del bollettino delle vittime ( punto su cui non sono d' accordo)
                  Secondo lui e' importante migliorare le informazioni alla fonte, creare una cabina di regia attendibile e autorevole e controllare la cronaca quotidiana.

                  Comment


                  • #39
                    Re: Incontro pubblico a Verona sull' influenza

                    Io non sono per niente d'accordo circa il ruolo ''allarmistico'' dei nuovi media e in generale dei giornali e tv almeno in Italia.

                    Non solo la televisione pubblica si ? categoricamente rifiutata di trattare l'argomento in modo esaustivo ma non c'? stata neppure informazione di base su semplici atti quotidiani di prevenzione men che meno sui vaccini, sui loro rischi potenziali e benefici immediati.

                    Questo forum ? forse uno degli esempi di come si pu? fare ricerca di dati e informazioni su una emergenza in corso senza dar fuori di testa, presentando l'evoluzione di un evento cos? come appare dal confronto di piu' fonti e traendone le dovute conclusioni.

                    L'influenza pandemica H1N1 2009 al suo esordio si ? presentata come una malattia del tutto nuova, almeno per quanto concerne il suo agente causale - mai prima isolato nell'uomo - che colpiva prevalentemente giovani adulti in modo anche grave; questo un anno fa in Messico, dove alcune migliaia di persone furono ospedalizzate con polmoniti gravi e molte sono decedute.

                    Quale poteva essere la reazione dell'OMS? Poteva attivarsi piu' in fretta? Tentare un contenimento? Oppure minimizzare il rischio?

                    In realt? l'OMS non ha suggerito chiusura delle frontiere e limitazioni dei traffici commerciali e turistici, non ha imposto quarantena e ha agito nei limiti di quanto previsto dal Regolamento Sanitario Internazionale, sottoscritto da molti paesi, Italia compresa.

                    Io credo che il sistema informativo almeno in Italia abbia perso una occasione per distinguersi dal chiacchiericcio allarmistico e per garantire - visto che parte di questo sistema ? pubblico - che tutti i cittadini che ne avevano bisogno fossero raggiunti da informazioni essenziali su come proteggersi dalla malattia che grave o no, era comunque nuova e meritava attenzione.

                    Le Case Farmaceutiche fanno il loro lavoro, che ? anche quello di fare profitto e guadagnare potere da esercitare nei confronti dei governi nazionali: se gli Stati non sono in grado di far valere la loro sovranit? e imporre prezzi politici a beni di prima necessit? o farmaci salvavita, il problema non ? n? delle Case Farmaceutiche n? dell'OMS: ? degli Stati, dei loro apparati, dei loro politici e amministratori e delle leggi, magari violate da accordi sottobanco.

                    Se in caso di calamit? naturale, tipo terremoto, un governo pu? requisire salvo indennizzo il proprietario di un bene causa forza maggiore e per la tutela degli interessi pubblici, perch? non dovrebbe farlo per dei farmaci salvavita?

                    Non si pu? invocare il libero mercato, il prezzo stabilito dal mercato, quando c'? in ballo la salute pubblica di milioni di persone.

                    Se uno Stato non pu? garantire questo, allora la sua sovranit? ne ? intaccata e la sua indipendenza minacciata.

                    Bene saperlo prima. Anche per mezzo dei nuovi Media.

                    Comment


                    • #40
                      Re: Incontro pubblico a Verona sull' influenza

                      Su Garattini ci sarebbe invece molto da ridire, a iniziare da una delle prime slides presentate in cui riferiva di 216 morti in Italia e di 448 ricoveri ( sic!).
                      Nel mio intervento gli ho chiesto se il tasso di mortalit? in Italia non sia stato pi? di influenza aviaria, vista l' alta percentuale dei decessi.
                      Tutto il resto del suo ragionamento ? stato un reiterare tutti i concetti sull' epidemia inesistente, sull' inutilita' dei vaccini e dei farmaci, sugli interessi delle case farmaceutiche e cos? via.

                      E' arrivato a d affermare che i morti veri per influenza sono in realt? molto meno di quelli ufficiali, perch? le vere causa di morte erano altre...


                      Ecco una sua intervista appena rilasciata al giornale "Il Bisturi":

                      15 APR - ?Purtroppo sull?influenza si sono sbagliate molte cose, anche senza che ci sia stata una particolare colpa di qualcuno?. Cos? Silvio Garattini, direttore dell'Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, in un?intervista a Il bisturi.

                      ?Sicuramente abbiamo sbagliato la previsione del periodo in cui ci sarebbe stata l?influenza e di conseguenza non abbiamo avuto pronto il vaccino in modo adeguato?, ha spiegato il farmacologo che nei giorni scorsi ha partecipato a un convegno sull?argomento promosso dalla rivista Dialogo sui farmaci.

                      ?Le due cose sono andate in direzione contraria?, ha illustrato Garattini. ?L?influenza ? arrivata troppo presto, mentre il vaccino un po? tardi?. Anche se non bisogna dimenticare che ?il tempo a disposizione era molto breve e probabilmente non ci sarebbe stata la possibilit? di metterlo a punto prima?. Fatto sta, che tra tempi di produzione e distribuzione dei vaccini e la messa a punto delle strategie vaccinali, nel momento in cui tutto era pronto ?l?influenza non c?era pi? perch? alla fine di novembre il picco era ? gi? passato?.

                      Nel frattempo sorgono per? sospetti, alimentati dalla scarsa virulenza del virus, che interessi economici abbiano contribuito a innalzare il livello d?allerta.

                      ?C?? una commissione d?inchiesta nominata del Consiglio d?Europa per capire se l?industria farmaceutica ha condizionato gli atteggiamenti dell?Organizzazione mondiale della sanit? che ha dato certamente l?impressione, attraverso la sua azione, di una situazione catastrofica?, ha proseguito. ?Per cui i governi si sono comportati in modo adeguato?.

                      In realt? la catastrofe non c?? stata. ?E probabilmente anche i riferimenti erano sbagliati - ha puntualizzato Garattini - perch? fare riferimento alla spagnola evidentemente era un errore concettuale. ? chiaro che quella che ha subito l?influenza spagnola era una popolazione distrutta dalla guerra e dalla mancanza di cibo, non c?erano gli antibiotici, non c?era un vaccino. Non c?era soprattutto il Servizio sanitario nazionale che assicura un?assistenza capillare in tutto il Paese. Fare riferimento alla spagnola ? stato di certo un?esagerazione?.

                      Tuttavia viene da chiedersi cosa sarebbe accaduto se al posto dell?eccessivo zelo, ci fosse stata superficialit? da parte delle autorit?. In sostanza manca la controprova: l?influenza non ha avuto i disastrosi effetti temuti grazie alla messa a punto delle misure invasive che oggi consideriamo esagerate o perch?, per sua natura, non era cos? pericolosa?

                      ?In realt? il virus era molto benigno. Sono stati infettati ufficialmente quattro milioni e mezzo di persone. Anche se il loro numero reale probabilmente ? il doppio?.

                      Per ora quindi, sembra esserci stato un errore di valutazione anche delle caratteristiche del virus. Ma cosa succederebbe se mutasse?

                      ?Questo non lo sa nessuno. Anzi. Se un errore ? stato fatto, ? stato sicuramente quello di dare una sensazione di certezza quando eravamo in piena incertezza. Quando non si sanno le cose, bisogna anche avere il coraggio di dirlo alla gente?.

                      Sicurezza che ? stata mostrata anche sull?efficacia degli antivirali e che oggi sembra rimessa in discussione: ?Sugli antivirali - ha spiegato Garattini - la situazione ? pi? discutibile rispetto al vaccino, che in ogni caso era necessario avere a disposizione. Per gli antivirali ? emerso che l?industria non aveva reso disponibili tutti i dati e che non c?erano dati scientifici a disposizione sulla ragione per cui dovevano essere impiegati, cio? per evitare le complicazioni. Neanche un confronto fatto con l?aspirina per vedere quali erano gli effetti sulla sintomatologia?.

                      Antonino Michienzi

                      Comment


                      • #41
                        Re: Incontro pubblico a Verona sull' influenza

                        Errori di valutazione ci possono sempre essere visto che al suo emergere un patogeno - e l'influenza data la sua intrinseca variabilit&#224; antigenica e genetica e' fra quelli meno prevedibili - causa una immediata ondata di paura fra la popolazione e fra il personale sanitario in prima linea durante l'emergenza.

                        Obiettivamente, l'OMS NON POTEVA DIRE che si trattava di una forma di influenza benigna poich&#232; non disponeva di dati sufficienti per farlo.

                        Lo scenario presentatosi in Messico un anno fa non era dei migliori: migliaia di persone ricoverate in ospedale con polmoniti gravi, persone giovani e senza patologie pregresse, un virus isolato che non risultava fra i recenti, almeno nelle ultime decadi.

                        La reattivit&#224; delle difese immunologiche nei confronti dei virus influenzali non &#232; totalmente chiara, e sebbene la seroprevalenza di anticorpi specifici fosse stata individuata in pochi individui, nati prima del 1950, l'impatto del virus H1N1 2009 non ha superato - almeno finora - i livelli delle pandemie del XX secolo, probabilmente perch&#232; ci sono meccanismi immunologici non ancora individuati che agiscono a protezione anche dei piu' giovani con una memoria anticorpale meno ampia.

                        Le caratteristiche anatomo-patologiche dei danni a carico dei polmoni dovuti all'infezione da questo virus H1N1 2009 sono risultate piu' simili a quelli dovuti all'influenza aviaria che a quelli provocati dai ceppi stagionali, specie appartenenti al sottotipo A/H3N2.

                        Il rapido deterioramento delle condizioni di salute dei pazienti colpiti da forme gravi di infezione da virus H1N1 pandemico, la difficolt&#224; a mantenere l'ossigenazione del sangue, la perviet&#224; delle basse vie respiratorie, lo sviluppo di complicanze a carico del fegato, dei reni, la sovrinfezione batterica ha sicuramente avuto il suo peso nella valutazione del rischio da parte dell'OMS.

                        Il virus H1N1 2009 &#232; ancora l&#224; fuori in attesa di fare il ''secondo giro'' durante l'inverno australe e accumulare mutazioni antigeniche e genetiche; quali saranno e che impatto avranno sulla trasmissibilit&#224; e virulenza non &#232; possibile stabilirlo a priori.

                        Vaccini e farmaci possono fare la differenza, specie nelle popolazioni giovani nei paesi in via di sviluppo e anche nelle sovraffollate comunit&#224; urbane occidentali.

                        Una dose di vaccino costa di piu' o di meno di un mese di terapia intensiva?

                        Oppure, quante persone si possono immunizzare con i soldi risparmiati dall'utilizzo di un letto in terapia intensiva per un mese?

                        L'origine del virus H1N1 2009 potrebbe non essere mai chiarita; sia che il virus provenga da riassortimenti in esseri umani, oppure negli enormi allevamenti industriali nordamericani o dalla fuga inconsapevole da un laboratorio, il risultato per noi &#232; lo stesso: rimane il rischio, potenziale, di future ricorrenze epidemiche per cui &#232; bene restare all'erta, preparati e possibilmente non ostaggio dei management delle multinazionali, anche attraverso un rafforzamento della leadership politica e del prestigio delle istituzioni accademiche e chi le rappresenta.

                        Comment


                        • #42
                          Re: Incontro pubblico a Verona sull' influenza

                          Sul sito Dialogo sui farmaci ? possibile scaricare le relazioni, la cartella stampa, gli abstract e le presentazioni

                          Comment


                          • #43
                            Re: Incontro pubblico a Verona sull' influenza

                            Aprile 2009. Sulle pagine dei giornali comincia a circolare la notizia di un nuovo tipo di influenza che si sta diffondendo dal Messico agli Stati Uniti. In pochi giorni le informazioni si moltiplicano. Il nuovo virus, H1N1, ha raggiunto venti paesi di quattro continenti e l?Organizzazione Mondiale della Sanit? (Oms) alza il livello di allerta da tre a cinque, per poi portarlo a sei - il massimo - nei primi di giugno. Comincia cos? la fiera delle dichiarazioni e delle smentite da parte dei ministeri sulla pericolosit? del virus e sui piani di azione per contrastarlo. Oggi, a un anno dalle prime notizie, tra i cittadini si diffonde la sensazione di un allarme ingiustificato, mentre l?Oms rende pubbliche le cifre ufficiali della pandemia: 214 paesi hanno confermato casi di contagio per un totale di 17.798 morti. Per fare chiarezza sulle decisioni prese a livello nazionale e internazionale, la rivista Dialogo sui farmaci ha organizzato la conferenza Epicrisi, tenutasi lo scorso 13 aprile a Verona. Galileo ha intervistato il direttore Massimo Valsecchi.

                            Dottor Valsecchi, perch? parlare di H1N1 quando non fa pi? paura?
                            ?Nel nostro paese manca la consuetudine di analizzare a posteriori gli eventi rilevanti sia per il Sistema sanitario nazionale, sia per l?opinione pubblica. L?assenza di un metodo di analisi critica delle gestioni ? un grande limite culturale e scientifico che ci impedisce di imparare dall?esperienza e di evitare di ricadere sempre negli stessi errori?.

                            Qual ? la considerazione pi? importante emersa dal forum?
                            ?Che chi ha la responsabilit? di definire le strategie sanitarie non ? in grado di stimare l?entit? del rischio. Questa ? una considerazione che avevamo gi? maturato in eventi di minor portata, come l?epidemia di meningite nella provincia di Treviso, ed ? un dato di fatto che va tenuto ben presente quando si mette a punto una strategia di comunicazione?.

                            In che modo?
                            ?La popolazione non sopporta che siano spacciate per certe le informazioni che poi vengono sistematicamente smentite dai fatti. Nel caso dell?H1N1 c?? stata la mancanza di un piano di comunicazione assennato da parte del Ministero. Dichiarare che l?epidemia arriver? il tal giorno, per esempio, ? l?aberrazione del pensiero scientifico perch? vuol dire non averne capito i meccanismi profondi: si lavora per errori, si fanno stime, si calcolano probabilit?. Come diceva l?epidemiologo Geoffrey Rose, chi si occupa di medicina ha l?obbligo di spiegare continuamente al pubblico quanto poco sappiamo. Il problema non ? dei modelli, che sono fatti per sbagliare, anche se ogni volta in misura minore di quella precedente. Il punto ? non prenderli come verit? rivelate?.

                            Quali altri errori sono stati commessi?
                            ?Non ci ? mai scusati. Anzi: ogni dichiarazione smentita ? stata rimpiazzata da un?altra verit? assoluta. Il risultato? Basta pensare alla questione dei vaccini, i cui risvolti sono tragici: sono state somministrate 900.000 dosi contro gli oltre dieci milioni distribuiti. E c?? stata una bassa copertura proprio nella fascia di popolazione che sarebbe stato opportuno vaccinare. In Italia si stima che si siano infettati 4,5 milioni di persone. Quelli ricoverati con sindrome da stress di polmonite virale sono stati 450 e sono morte 243 persone, un numero non piccolo. Di queste, la maggior parte presentava una condizione di rischio?.

                            Bisognava vaccinarsi di pi??
                            ?Per fortuna ? stata un?epidemia poco letale, ma resta il fatto che chi poteva essere efficacemente vaccinato non lo ? stato. Il perch? va ricercato anche negli errori della comunicazione. Tanto per cominciare, per la questione delle dosi di vaccini, i media hanno alimentato l?ipotesi del complotto e la gente ha pensato subito a una truffa. Nessuno, poi, si ? preoccupato di fare controinformazione almeno per le due grandi leggende sul contenuto di mercurio e sullo squalene, un adiuvante della risposta immunitaria che si utilizza da pi? di dieci anni qui in Italia. Il Ministero avrebbe dovuto intercettare questi due problemi e fare una campagna mirata.?.

                            La pandemia non ? finita perch? il virus non ? stato annientato e continua a circolare. Come pensa che dovrebbe essere affrontato l?argomento ora?
                            ?Le rispondo con un esempio. L?Oms ha inserito H1N1 tra i virus coperti dal prossimo vaccino. Quando cominciare la profilassi, per?, ? questione tutt?altro che semplice, perch? le influenze hanno tempi di comparsa sfalsati di due-tre mesi. ? difficile stabilire cosa fare ed ? importante che la gente lo sappia. Tutti sanno che la meteorologia pu? sbagliare e nessuno si scandalizza se non piove all?ora prevista. Non abbiamo l?onnipotenza sulla predizione. Questo messaggio ? antiscientifico, falso e pericoloso?.

                            Comment


                            • #44
                              Influenza, guai abbassare la guardia

                              Della Cioppa, scopritore del vaccino anti H1-N1: Il rischio di pandemia resta alto?
                              Tra i cervelli in fuga dalla Campania, un napoletano doc Giovanni Della Cioppa, pap? del vaccino H1N1, ? di passaggio nei giorni scorsi a Napoli. Laureato in Medicina e chirurgia presso l'Universit? Federico II, successivamente si ? specializzato in Medicina interna e si ? infine specializzato di Medicina farmaceutica. Della Cioppa mette in guardia sul virus influenzale che si svilupper? l'anno prossimo "il cui vaccino ? quasi ultimato e che sar? consigliato per gli over 65 e le categorie a rischio e su cui sar? necessario prepararsi e informarsi e informare le persone. Al momento, non siamo pronti.
                              Mauro Tonetti

                              Diciottomila vittime in tutto il mondo, diecimila solo negli Stati Uniti, l'influenza suina in Italia ha provocato 245 vittime, di cui il 41,6 per cento ? di sesso femminile. "Abbiamo corso un pericolo molto serio ? spiega Della Cioppa ? la pandemia ? stata un rischio reale, dalla portata incalcolabile. Il genoma del virus si ? mutato, le conseguenze non sarebbero state facilmente risolvibili, per fortuna la virulenza ? stata contenuta. In ogni caso, l'H1N1 ? riuscita a colpire categorie solitamente protette, come donne in stato di gravidanza e bambini. Questo, nonostante vi sia stata una collaborazione senza precedenti tra case farmaceutiche, governi nazionali e autorit? sanitarie". Della Cioppa ha svolto ricerche in Svizzera negli Stati Uniti e nel Regno Unito. Ora dirige a Siena la ricerca clinica di Novartis Vaccines, unico centro italiano in cui si ricercano, producono e commercializzano i vaccini (seconda azienda mondiale con oltre 53 milioni di dosi antinfluenzali prodotte contro l'influenza). Oltre cinquecento gli studiosi, suddivisi in venti gruppi di lavoro, di cui uno ad hoc per l'H1N1, nella sede toscana, che ha prodotto i tre antidoti al virus influenzale per l'Europa e l'America Latina.


                              ANALISI DEI DATI

                              C'? spazio per analizzare le cause dello stato d'allarme che ha paralizzato l'Italia nei mesi precedenti, a fronte di risultati modesti, in termini di vittime e contagio. Spiega Della Cioppa: "La categoria medica non ? stata in grado di indirizzare i cittadini, anzi in alcuni casi complicando la situazione ? come il consenso scritto dell'interessato per la somministrazione del vaccino ? Ci siamo concentrati sulla generazione del vaccino, molto meno dell'aspetto comunicativo, peccando di presunzione. Si deve intervenire prima di una pandemia, non fronteggiarla in corso d'opera. Per fare questo, ? necessario formare la classe medica, ma anche i media. Ora per? possono sfatarsi alcuni luoghi comuni. Il vaccino contro l'H1N1 ? un normale antidoto antinfluenzale, con l'aggiunta di un adiuvante, l'MF59, presente in molti farmaci, alcuni sul mercato da oltre dieci anni, che non presenta particolari controindicazioni, come mostrano le sperimentazioni che abbiamo condotto. Anzi, con l'MF59 ? cresciuta la capacit? di copertura che era in grado di fornire il vaccino.".
                              Il ricercatore, che lavora per la Novartis, smentisce categoricamente che le case farmaceutiche abbiano alimentato il grido d'allarme sul virus influenzale, al fine di produrre pi? vaccini, la cui maggior parte non ? stata utilizzata. "Si tratta di una teoria che non sta in piedi. Se nel 2011 si verificassero le stesse condizioni che possano far presumere una pandemia e che hanno messo e mettono tuttora in allerta l'Organizzazione mondiale per la Sanit?, ci comporteremmo nello stesso modo, producendo il numero di vaccini che riterremmo opportuno".
                              La ricerca clinica occupa l'85 per cento della fase di sperimentazione di un vaccino. "Non tutti sono a conoscenza che alle spalle c'? un lavoro enorme ? racconta il ricercatore della Novartis - il vaccino contro l'H1N1 ? stato testato negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in America Latina. Durante la ricerca clinica, la reazione al farmaco ? sempre probabilistica. Abbiamo bisogno di migliaia di volontari, soprattutto di far capire alla gente quanto sia complicato comprendere gli effetti del vaccino in persone che non presentano patologie". Il centro senese ? ora impegnato nella produzione di antidoti contro il meningococco e l'encefalite giapponese, mentre ? allo studio, sempre contro l'influenza, un vaccino prodotto nelle cellule, metodo alternativo all'utilizzo di uova.
                              L'analisi di Della Cioppa si sposta sulla salute della ricerca in Italia. Note dolenti, tra taglio delle risorse e deficienza delle strutture. "Dobbiamo creare un Polo della ricerca per colmare l'enorme differenza con i principali stati, europei e dall'altro lato del Continente ? lamenta il ricercatore ? Nel centro che dirigo a Siena ho l'obiettivo di formare un gruppo di lavoro composto di met? italiani e met? stranieri. Solo cos? si apprendono altri saperi e metodiche di lavoro". Per il direttore di Novartis Vaccines, l'industria farmaceutica italiana, tra licenziamenti e contrazione negli investimenti, sta segnando pericolosamente il passo: "Un pericolo che, assieme alla logica clientelare che domina il nostro Paese, mina la qualit? del lavoro della ricerca, clinica e di base. In medicina c'? un forte conflitto d'interesse ? aggiunge ? professionisti e industrie farmaceutiche vanno giudicate secondo il lavoro svolto, mentre il rapporto tra costi e ricavi si pu? valutare solo nel lungo periodo. Di sicuro, ora paghiamo una mancata politica a medio- lungo termine. Lo stesso rischio che corre la futura generazione.

                              Comment


                              • #45
                                Re: Influenza, guai abbassare la guardia

                                Il vaccino stagionale per la profilassi dell'influenza sar? quest'anno diverso da quello a cui siamo stati abituati da tanti anni: ci sar? anche il virus H1N1 2009 pandemico, assieme al tradizionale sottotipo A/H3N2 e al tipo B.

                                Al momento non ? chiaro se il vaccino sar? appunto ''trivalente'' nel senso che in una unica fiala saranno contenuti tutti e tre i ceppi oppure vi saranno due fiale, una per i virus ''stagionali'' e una per quello pandemico.

                                In ogni caso, non vedo per quale motivo dovrebbe essere consigliata l'immunizzazione soltanto per gli over 65.

                                L'influenza pandemica non ha colpito che una frazione relativamente piccola della popolazione suscettibile (quella nata dopo la met? degli anni 50, mai esposta a ceppi di influenza A che hanno prodotto negli individui anticorpi in grado di reagire anche col virus H1N1 2009); in questo senso - specie se giovani adulti - il vaccino specifico potrebbe aiutare a proteggere dall'infezione che - sebbene nella stragrande maggioranza dei casi ? benigna e autolimitante - raramente pu? causare forme di polmonite particolarmente gravi e dall'esito anche mortale.

                                Il problema italiano ha molto a che fare con l'informazione di massa, o a dire il vero, la mancanza di essa: se di vaccini monovalenti pandemici ne sono stati inoculati meno di un milione di dosi un motivo pure ci sar?, ed ? da ricercarsi nella totale mancanza di informazioni utili ai cittadini per comprendere i rischi e i benefici derivanti dalla malattia, dal vaccino e dalle cure antivirali, tanto per dire.

                                Lo stato italiano ? avaro di fondi per la ricerca; e anche i privati non amano molto investire il denaro in questo settore.

                                Non si capisce come mai infatti alcune aree industriali di grande valore stanno per essere ridimensionate quando non del tutto smantellate: tanto per citare due casi, un importante centro di ricerca nel veronese e la importante realt? di Pomezia, nei pressi di Roma, che ospita la produzione di farmaci antibiotici, esportati in tutto il mondo.

                                Un vaccino influenzale tradizionale ? difficile dire che sia stato ''scoperto'': quello monovalente pandemico non ? niente di nuovo dal momento che ? composto dall'antigene intero o frammentato a sconda delle formulazioni: una tecnica usata da moltissimo tempo.

                                Semmai pu? esserci qualche innovazione nell'uso di sostanze immunostimolanti, adiuvanti.

                                Per parlare di vera innovazione si dovrebbero presentare vaccini in grado di garantire una protezione piu' ampia, nei confronti di ceppi non omologhi a quello vaccinale.

                                Ma questa ? una storia diversa e per il momento non ci interessa. (IOH)

                                Comment

                                Working...
                                X