H3N2v, Casi Umani negli USA, aggiornamenti ECDC
Questo archivio contiene gli aggiornamenti sulla situazione dell'epidemia di influenza H3N2v in USA pubblicati sul sito del Centro Europeo per il Controllo delle Malattie.
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Virus dell?Influenza Triplo Riassortante di Origine Suina variante A(H3N2)v in Nord America, situazione al 17 agosto 2012 (Parte V ? Diagnosi di laboratorio e significato per la salute pubblica) (ECDC, adattato)
[Fonte: Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (ECDC), documento PDF integrale: (LINK). Porzione di testo tradotto e adattato.]
(continuazione, la I parte (descrizione dell?evento) ? disponibile QUI, la parte II (bibliografia) QUI, la parte III (quadro d?insieme e informazioni generali) QUI, la IV parte (l?infezione umana) QUI.)-
VALUTAZIONE DEL RISCHIO
Virus dell?Influenza Triplo Riassortante di Origine Suina variante A(H3N2)v in Nord America, situazione al 17 agosto 2012 (Parte V ? Diagnosi di laboratorio e significato per la salute pubblica)
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Diagnosi di laboratorio
I kit diagnostici RT-PCR designati per l?individuazione del segmento genetico M dell?Influenza A sono in grado di riconoscere I virus H3N2v come virus di tipo umano. Tuttavia, I kit per la diagnosi specifica dell?emagglutinina H3 (o della neuraminidasi N2) dei virus dell?influenza umana potrebbero non essere adatti per il riconoscimento affidabile dei ceppi di H3N2v, oppure non fare distinzione fra I ceppi umani stagionali attualmente circolanti di tipo H3 da quelli suini H3N2v.
La diagnosi basata sulla ricerca dei segmenti codificanti le proteine H3 o N2 necessita di essere verificata in sede separata.
Il segmento codificante la nucleoproteina (NP) del virus H3N2v appartiene alla linea evolutiva tradizionale del virus dell?influenza suina nordamericana.
Le sonde molecolari che hanno come obiettivo il segmento NP, nelle modalit? con cui sono state utilizzate durante le fasi iniziali della pandemia del 2009 causata dal virus A(H1N1)pdm09, consentiranno una differenziazione preliminare fra I virus umani stagionali H3N2 e quelli di provenienza enzootica H3N2.
Al momento attuale I metodi piu? appropriati per la corretta distinzione fra virus umani e enzootici sono rappresentati dai kit RT-PRC appositamente predisposti per I virus di origine suina, dalla caratterizzazione antigenica, e dal parziale o completo sequenziamento del genoma virale.
Insieme con la Rete Comunitaria dei Laboratori di Referenza per l?influenza umana in Europa (CNRL) e con l?Ufficio Regionale per l?Europa dell?OMS, l?ECDC sta lavorando alla preparazione di linee guida per diagnositca di laboratorio ad uso dei Laboratori Europei di Referenza per l?Influenza (NIC).
I laboratori di referenza sono a conoscenza delle problematiche relative alla diagnostica dei virus di origine suina. Tuttavia, non ? chiaro quali strategie siano utilizzate presso I principali laboratori nazionali all?interno dell?area UE/EEA per le attivit? di sottotipizzazione, per esempio.
E? probabile che con l?utilizzo degli attuali kit diagnostici in tempo reale (rt) RT-PCR, un virus di tipo variante sia riconosciuto come virus dell?Influenza A o H3+ ma non possa essere distinto da un ceppo umano stagionale A(H3N2).
Inoltre, non tutti I kit per la diagnosi rapida dell?influenza attualmente in commercio saranno in grado di riconoscere I virus A(H3N2)v (falsi negativi per l?influenza A) [2].
Perci? ? importante che gli Stati Membri provvedano a stabilire un algoritmo per assicurare l?invio dei virus dell?influenza A atipici o isolati in pazienti particolari (per esempio in soggetti con contatti pregressi con suini o pollame infetto) a un laboratorio di referenza.
Il kit approntato dal CDC USA (CDC Flu rRT-PCR Dx Panel) riconosce il virus A(H3N2)v come un virus dell?Influenza A (con obiettivo la ricerca del segmento M). I seguenti marcatori possono essere utilizzati per una ulteriore sotto-tipizzazione del virus A(H3N2)v: segmento genetico NP di origine suina (compreso il virus A(H1N1)pdm09)+, segmento dell?emagglutinina (H3) del virus stagionale A(H3N2)+ e risultato negativo per l?emagglutinina (H1) del virus A(H1N1)pdm09 .
Nei paesi dell?area UE/EEA, la maggioranza dei laboratori di referenza per l?influenza (18 su 27; 67%) ha gi? provveduto ad aggiornare I rispettivi protocolli per la diagnostica dei virus di origine suina e del segmento genetico NP (11 su 27; 41%), o per l?individuazione del segmento emagglutinina H3 dell?A(H3N2)v tramite RT-PCR (7 su 27; 26%) per la corretta distinzione fra il ceppo umano stagionale A(H3N2) da quello variante [61].
Sulla base dei risultati ottenuti tramite il kit CDC Flu rRT-PCR Dx Panel, per quanto riguarda I laboratori di sanit? pubblica e la diagnosi del virus H3N2v, I campioni potrebbero essere diagnosticati come ?presunti positivi per il virus dell?influenza A(H3N2)v? qualora risultino positivi per l?influenza A, H3 e il marcatore pdm09, e negativi per influenza B, A(H1) e H1pdm09. [50].
Il kit CDC rtRT-PCR non ? uno strumento di diagnostica disponibile in ambito clinico. La conferma dei risultati necessita del sequenziamento genetico del virus presso un laboratorio di collaborazione con l?OMS. Perci? tutti I campioni positivi per l?influenza A(H3)v e tutti quelli positivi per l?influenza A ma negativi per A(H3) devono essere trasmessi a un centro di collaborazione OMS.
I Centri Nazionali per l?Influenza di Francia e i Centri di Collaborazione OMS di Atlanta, USA nel Regno Unito stanno conducendo delle sequenze genetiche dei virus H3N2v.
Essenzialmente, tutti questi centri concordano nel fatto che il vaccino influenzale trivalente nella sua attuale composizione ? improbabile offra protezione nei confronti del ceppo H3N2v se questi dovesse raggiungere l?Europa, specie nei soggetti che non hanno mai preso l?influenza di tipo A(H3N2) stagionale.
Tuttavia, l?analisi filogenetica di questi virus suggerisce che coloro che sono stati infettati in passato o abbiano ricevuto un vaccino basato su virus umani stagionali antigenicamente simili al ceppo H3N2v possono possedere un certo grado di protezione crociata nei confronti di questo nuovo virus [10, 51].
Questa possibile immunit? crociata potrebbe essere confermata tramite studi sierologici per valutare la prevalenza della risposta anticorpale crociata potenziale nelle varie fasce d?et? [9,52]. I dati attualmente disponibili suggeriscono che I gruppi maggioramente ricettivi per il virus H3N2v sono quelli costituiti dai soggetti con meno di 10 anni di et? e quelli in et? compresa fra I 40 e I 60 anni [9,52].
Questa osservazione ? corroborata dal fatto che molti dei casi di infezione negli USA sono bambini in tenera et? [1,12], sebbene questa peculiare distribuzione demografica potrebbe essere influenzata dal gran numero di bambini che entrano in contatto con I maiali durante le esposizioni fieristiche estive in varie zone degli USA.
Inoltre, un recentissimo studio ? che ha impiegato strumenti immunoinformatici ? suggerisce la possibile esistenza di una immunit? cellulare tramite linfociti CD4+ T nei confronti dei virus H3N2v emersi a partire dal 2011 [53].
Significato dei virus dell?influenza A(H3N2)v per la sanit? pubblica
Il significato dell?influenza suina in relazione alla sanit? pubblica ? duplice.
In primo luogo, esiste il rischio di infezione diretta di quei soggetti che entrino in contatto con suini, o attraverso una limitata trasmissione interumana. I virus triplo riassortanti di origine suina contenenti geni appartenenti a ceppi avari, umani e suini hanno circolato fra I suini in USA in passato e causato infezioni umane. Questo fatto ? ora particolarmente evidente per il virus A(H3N2)v. L?aumento nel numero di casi osservato in parte degli USA ? inusuale, sebbene possa essere il risultato di un?accresciuta sensibilit? al problema da parte dei medici.
In secondo luogo, esiste il rischio di ulteriori eventi di riassortimento fra le subunit? dei vari ceppi con lo sviluppo di nuovi virus dell?Influenza A (con possibile potenziale pandemico) nei soggetti con duplice infezione da virus umani e animali.
I riassortimenti possono avvenire anche in suini con infezione duplice o in esseri umani. L?infezione con tre ceppi distinti pu? altres? verificarsi, causando lo sviluppo di un virus triplo riassortante. Questi eventi possono vedere coinvolti anche virus aviari.
Il virus pandemico A(H1N1)pdm09 ? l?unico ceppo di origine suina che ? stato in grado di sostenere una trasmissione interumana, con diffusione rapida e estesa fra la popolazione umana, il che conferma il potenziale pandemico di questi virus.
Dato il numero di ceppi di influenza A presenti nella popolazione animale in varie parti del mondo, con caratteristiche di patogenicit? diverse, ? importante caratterizzare accuratamente I virus circolanti ed effettuare una valutazione virologica multidimensionale, per esempio tramite gli strumenti IRAT [54] o I progetti EU FluRisk [62]. Ci? aiuter? a stabilire una priorit? di azione per lo sviluppo di strumenti di diagnositca umana e di vaccini, come nel caso degli USA con il contributo internazionale (55).
Si ritiene rassicurante il fatto che I virus H3N2v finora isolati negli USA non abbiamo dimostrato ulteriori mutazioni.
(continua?)
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Virus dell?Influenza Triplo Riassortante di Origine Suina variante A(H3N2)v in Nord America, situazione al 17 agosto 2012 (Parte IV ? l?infezione umana da H3N2v) (ECDC, adattato)
[Fonte: Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (ECDC), documento PDF integrale: (LINK). Porzione di testo tradotto e adattato.](continuazione, la I parte (descrizione dell?evento) ? disponibile QUI, la parte II (bibliografia) QUI, la parte III (quadro d?insieme e informazioni generali) QUI.)-
VALUTAZIONE DEL RISCHIO
Virus dell?Influenza Triplo Riassortante di Origine Suina variante A(H3N2)v in Nord America, situazione al 17 agosto 2012 (Parte IV ? l?infezione umana da H3N2v)
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L?influenza suina nell?uomo
L?infezione umana causata dai virus dell?influenza di origine suina ? un evento descritto sin dagli anni ?50 del secolo scorso [37]. Dal momento che la sorveglianza per questo genere di malattia ? pressoch? assente nella maggior parte dei paesi del mondo, ogni asserzione circa la frequenza dei casi di malattia nell?uomo dovuti ai virus di origine suina dovrebbe essere fatta con estrema cautela [37-38].
Casi di influenza suina si osservano in soggetti con storia di esposizione ai suini, con contatti diretti ravvicinati o indiretti [30]. L?abilit? dei virus varianti dell?influenza di sostenere una efficiente trasmissione interumana ? stata riscontrata di rado storicamente. Una eccezione ? rappresentata dalla ben documentata epidemia avvenuta nel 1976 che colp? dei giovani adulti, fondalmentalmente soggetti sani, rappresentati da reclute in un centro di addestramento militare nel New Jersey (Fort Dix). L?epidemia fu causata dal virus di origine suina A(H1N1) e provoc? almeno 230 casi di infezione.
Di questi, tredici soffrirono di una forma particolarmente grave di malattia e ci fu un decesso, relativo a un soggetto senza storia clinica rilevante.
Dopo una intensa attivit? epidemica localizzata, durata un mese circa, il virus scomparve cos? come era arrivato ma continu? a circolare fra I suini [39].
La seconda eccezione ? rappresentata dal virus dell?influenza A(H1N1)pdm09 che rimane l?unico ceppo di origine suina che abbia mai dimostrato la capacit? di sostenere una efficiente trasmissione interumana e che ? ancora circolante fra la popolazione mondiale tre anni dopo la sua comparsa [13].
Notifiche di casi umani di infezione dovuta a virus dell?influenza suina avvengono su base annua negli USA.
Le infezioni umane causate da nuovi virus dell?influenza A sono sottoposte a notifica obbligatoria negli Stati Uniti e tutti I laboratori che isolino questi virus hanno l?obbligo di investigare accuratamente I casi e inviare I campioni biologici al CDC per ulteriori analisi [5,40].
In Europa esistono soltanto cinque casi recenti di infezione umana da virus influenali suini. Alla fine del 2008 una donna, in Spagna, che era entrata in contatto con maiali, aveva sofferto di una malattia lieve e autolimitante causata da un virus di origine suina A(H1N1). Questo caso non era correlato con il virus A(H1N1)pdm09 emerso poi nel 2009 [38,41].
Nel settembre del 2011, un virus simile del tipo A(H1N1) ? stato isolato in un bambino di diciotto mesi residente nella Bassa Sassonia, in Germania. [42]. La caratterizzazione genetica dei segmenti HA, NA, NP e NS ha dimostrato che questo era un tipico ceppo di A(H1N1) appartenente alla linea evolutiva eurasiatica dell?influenza suina. Si ritiene che il virus sia endemico fra la popolazione suina europea e non sia correlato al ceppo pandemico A(H1N1)pdm09 o a precedenti ceppi umani stagionali di A(H1N1) [42,43].
In Svizzera, nel periodo compreso fra il 2009 e il 2011, in tre maschi adulti con esposizione professionale ai suini ? stata diagnosticata l?influenza causata dal virus di origine suina A(H1N1), simile ai ceppi isolati negli animali con I quali erano entrati in contatto (L. Kaiser; comunicazione personale).
Si noti che la scoperta dei casi in Spagna e Germania ? stata perlomeno casuale, e perci? il numero effettivo di casi di infezioni umane da virus suini ? sicuramente sottostimato.
Seguendo Il precedente lavoro effettuato dall?ECDC e dalla Rete Comunitaria dei Laboratori di Referenza per l?influenza in Europa (CNRL), I laboratori nazionali si stanno assicurando che tutti I laboratori di referenza abbiano la capacit? diagnostica per isolare I nuovi virus dell?influenza A qualora dovessero presentarsi nei campioni prelevati in Europa (vedi oltre).
Nel 1993 un virus H3N2 dell?influenza suina di lineaggio europeo ? stato isolato in una bambina di un anno di et? e in un bambino di due anni, in Olanda [44]. I bambini, che vivevano nella stessa area geografica (ma in luoghi distinti), svilupparono una lieve sintomatologia respiratoria. Il padre del bambino aveva contatti regolari di tipo professionale con I suini. Un ceppo simile di H3N2 fu isolato da una bambina di dieci mesi ad Hong Kong nel 1999 [45].
Indagini sierologiche condotte nel nordamerica fra il personale addetto all?allevamento dei suini hanno dimostrato l?esistenza di un certo grado di immunit? nei confronti di vari virus dell?influenza suina [46,47]. L?interpretazione degli studi di sieroprevalenza ? difficile a causa della possibile reattivit? crociata degli anticorpi nei confronti di virus appartenenti allo stesso sottotipo ma circolanti fra gli umani e I suini (per esempio non ? chiaro se gli anticorpi siano stati prodotti in seguito a infezione da virus dell?influenza suina o da quelli di origine umana).
Mancano altres? dati recenti sulla sieroprevalenza nella popolazione europea [48] anche se durante la pandemia del 2009 dovuta al virus A H1N1 ? stato suggerito che approssimativamente il 50% dei casi confermati tramite sierologia avevano sofferto di una infezione asintomatica [49] e che il nuovo ceppo A(H3N2)v potrebbe causare lo stesso tipo di infezione.
(continua?)
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Virus dell?Influenza Triplo Riassortante di Origine Suina variante A(H3N2)v in Nord America, situazione al 17 agosto 2012 (Parte III) (ECDC, adattato)
[Fonte: Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (ECDC), documento PDF integrale: (LINK). Porzione di testo tradotto e adattato.](continuazione, la I parte ? disponibile QUI, la parte II QUI.)-
VALUTAZIONE DEL RISCHIO
Virus dell?Influenza Triplo Riassortante di Origine Suina variante A(H3N2)v in Nord America, situazione al 17 agosto 2012 (Parte III)
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Quadro d?insieme e informazioni generali
L?influenza suina
L?influenza suina ? una malattia infettiva virale acuta del tratto respiratorio del suino causata dai virus dell?influenza che circolano fra I maiali. La mortalit? nell?animale ? bassa e la guarigione di solito avviene in un periodo compreso fra I sette e I dieci giorni.
Un maiale infetto pu? manifestare sintomi con esordio improvviso, febbre, perdita di appetito, respirazione laboriosa addominale, tosse ma si conoscono anche forme subcliniche di malattia.
Le infezioni sono considerate endemiche in Europa e altrove nel mondo [13].
Studi sierologici indicano che una significativa proporzione di popolazione suina ? stata affetta dai virus dell?influenza durante la loro vita. Diversamente da quanto si osserva nell?uomo, nelle zone temperate la diffusione della malattia non segue un andamento stagionale [14,15,16].
Un sistema di sorveglianza su base volontaria e anonima ? stato recentemente sviluppato negli USA per l?influenza suina.
Al momento, I dati sulle infezioni umane da virus A(H3N2)v rappresentano un utile complemento informativo [su quanto accade fra I suini, mod.]
L?influenza suina non ? una malattia veterinaria sottoposta a notifica obbligatoria nell?Unione Europea e non esiste un sistema formalizzato di sorveglianza per le infezione umane causate da questi virus.
I dati disponibili in UE provengono esclusivamente da studi e ricerche finanziati dalla Commissione Europea (Direzione Generale per la Ricerca e l?Innovazione) e coprono un limitato numero di Paesi membri (per esempio quelli partecipanti ai progetti FLUPIG e ESNIP3.
Gli obiettivi del progetto ESNIP3 sono quelli di seguire I cambiamenti nell?epidemiologia dell?influenza suina fra I maiali e valutare le mutazioni a carico dei virus.
I virus varianti triplo riassortanti rinvenuti in passato negli USA sono: H1N1v, H3N2v e H1N2v [5,17].
Negli USA la circolazione del virus A(H3N2)v appare endemica e attiva, dal momento che piu? del 95% dei campioni prelevati a caso presso fiere in contee diverse, in vari stati, ? risultato positivo al virus [18].
E? possibile che l?influenza H3N2v e altri virus varianti stiano circolando nella popolazione suina in altre regioni delle Americhe dove la sorveglianza veterinaria ? meno sviluppata.
I virus dell?influenza suina di tipo A che circolano fra I maiali in Europa sono molto dissimili da quelli attivi in USA. Fra questi, si sa che uno dei piu? rappresentativi ? l?A(H1N1)*
Ne discende che l?epidemiologia e l?ecologia dei virus influenzali suini in Europa e USA sono molto diversi.
Il virus triplo riassortante A(H3N2)v isolato nei suini e nei casi umani in USA non ? mai stato rinvenuto in Europa.
Negli anni piu? recenti i principali virus dell?influenza suina circolanti negli USA fra I maiali sono stati il triplo riassortante A(H1N1), l?A(H3N2) e l?A(H1N2) [13].
Il triplo riassortante H3N2 ? stato isolato per la prima volta in nordamerica nel 1998. Le proteine di superficie (emagglutinina e neuraminidasi) derivano dai virus umani stagionali circolanti durante la met? degli anni ?90.
A partire dal 2010, i virus triplo riassortante A(H3N2) hanno iniziato a combinarsi con il ceppo umano pandemico A(H1N1)pdm09 [25].
Il ceppo europeo suino A(H3N2) deriva da quello umano pandemico del 1968, quello che caus? la pandemia conosciuta come dell?influenza di ?Hong Kong?, ma rispetto a quello differisce notevolmente dal punto di vista genetico a causa di diversi eventi di riassortimento con ceppi contenenti segmenti aviari di influenza suina H1N1 risalenti alla met? degli anni ?80.
Ci? ha portato alla circolazione di virus di tipo A(H3N2) contenenti I segmenti che codificano le proteine di superficie (HA e NA) di origine umana, mentre I geni delle altre subunit? sono di origine aviaria [26-28]. (?) [16].
Ceppi che si sono ricombinati con altri virus appartenenti a diverse linee evolutive sono stati isolati soltanto occasionalmente in Europa [14,19,20-24].
Il nuovo virus A(H3N2)v non ? stato finora isolato in Europa, n? fra I maiali n? in casi umani.
Tuttavia, il rischio per una potenziale introduzione di questi virus in Europa esiste, attraverso la movimentazione di animali malati o l?arrivo di soggetti umani infetti.
La sorveglianza per I virus dell?influenza A(H3N2)v in Canada al momento non ha rilevato la presenza di alcun suino affetto da H3N2v. Altri virus riassortanti, per?, sono stati recentemente isolati in Canada [29].
La diffusione dei virus dell?influenza suina ? perci? piu? semplice da controllare rispetto all?influenza aviaria, trasportata dagli uccelli selvatici o tramite il commercio di pollame domestico [30]. E? importante notare, infine, che non esiste il rischio di contrarre l?influenza suina tramite il consumo di carne di maiale o di prodotti alimentari che la contengono.
Il rischio posto dalle infezione umane da virus A(H3N2)v deriva dal fatto che il ceppo pandemico umano A(H1N1)pdm09 ? diventato endemico nella popolazione suina globale (pur essendo la sua fonte ancor oggi sconosciuta).
Il virus A(H3N2)v ? il risultato di varie istanze di riassortimento fra l?A(H1N1)pdm09 e l?influenza suina enzootica in animali affetti da entrambi I virus [31-32].
Un numero significativo di questi virus riassortanti (comprendenti I ceppi appartenenti ai sottotipi H1 e H3) sono gi? stati descritti nel corso degli ultimi tre anni in USA [1], Europa [24] e Asia [33-34]; l?A(H3N2)v ? solo un ultimo esempio di come un virus riassortante possa diventare endemico nella popolazione suina degli USA.
Perci?, la presenza del virus pandemico umano A(H1N1)pdm09 nei suini costituisce uno dei maggiori rischi per la salute pubblica in relazione all?emersione di nuovi ceppi virali con potenziale pandemico [35].
Questo ceppo ? in grado di fornire ai nuovi virus riassortanti uno o piu? segmenti genetici capaci di aumentare la trasmissibilit? fra gli esseri umani di uno qualunque tra I virus circolanti nei suini come per esempio I virus appartenenti ai sottotipi H1, H3, H5 o H9 [36].
(continua?)
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Virus dell?Influenza Triplo Riassortante di Origine Suina variante A(H3N2)v in Nord America, situazione al 17 agosto 2012 (Parte II-Bibliografia) (ECDC, adattato)
[Fonte: Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (ECDC), documento PDF integrale: (LINK). Porzione di testo tradotto e adattato.]VALUTAZIONE DEL RISCHIO
Virus dell?Influenza Triplo Riassortante di Origine Suina variante A(H3N2)v in Nord America, situazione al 17 agosto 2012 (Parte II-Bibliografia)
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- Flurisk website available at: http://www.izsvenezie.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1203& Itemid=629
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Virus dell?Influenza Triplo Riassortante di Origine Suina variante A(H3N2)v in Nord America, situazione al 17 agosto 2012 (Parte I) (ECDC, adattato)
[Fonte: Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (ECDC), documento PDF integrale: (LINK). Porzione di testo tradotto e adattato.]
VALUTAZIONE DEL RISCHIO-
Virus dell?Influenza Triplo Riassortante di Origine Suina variante A(H3N2)v in Nord America, situazione al 17 agosto 2012 (Parte I)
Sommario, valutazione e conclusioni
In seguito all?incremento delle notifiche di infezioni umane da virus dell?influenza triplo riassortante di origine suina variante (A(H3N2)v) negli Stati Uniti d?America, il ECDC ha aggiornato la sua valutazione del rischio:
Caratteristiche dell?evento:- Tredici casi umani di infezione da nuovo virus dell?influenza A(H3N2) variante sono stati identificati in sei diversi stati degli USA fra il luglio 2011 e aprile 2012. A partire dall?aprile scorso, oltre 150 casi sono stati registrati in nove stati dell?Unone, la maggior parte concentrata in Indiana e Ohio.
- il 93% dei casi ha un?et? inferiore ai 18 anni. Non sono state osservate complicanze gravi o decessi in seguito all?infezione. Molti casi hanno una storia di contatti diretti con suini o una pregressa frequentazione a esposizioni fieristiche agricole. Soltanto una trasmissione interumana limitata e inefficiente ? stata osservata finora.
- Studi sierologici hanno dimostrato che I bambini piccoli sono quelli maggiormente suscettibili al virus. L?attuale composizione del vaccino stagionale trivalente probabilmente non conferisce alcuna protezione nei confronti del virus variante.
- Gli esperti CDC USA si attendono un ulteriore aumento del numero dei casi, compresi alcuni dovuti a trasmissione interumana del virus.
- Come misura precauzionale un ceppo vaccinale riassortante di A(H3N2)v ? stato sviluppato per la produzione di un vaccino specifico nei confronti della variante A(H3N2)v se dovesse essere necessario. Nei prossimi mesi sono stati programmati studi clinici per la valutazione della risposta immunitaria e della sicurezza di questi cadidati vaccini.
Valutazione del Rischio per l?Unione Europea- Nessun virus appartenente al tipo A(H3N2)v ? stato isolato fra I suini in Europa.
- Nessun caso di infezione umana da virus A(H3N2)v ? stato identificato in Unione Europea.
- I viaggiatori europei che entrano in contatto con I suini negli Stati Uniti possono rischiare di sviluppare la malattia.
Conclusioni e Raccomandazioni
I virus di origine suina A(H3N2)v non pongono al momento un serio rischio per la salute umana in generale e per l?Europa in particolare. Se la patogenicit? e la trasmissibilit? di questi virus dovesse modificarsi, questa valutazione sar? aggiornata di conseguenza cosiccome saranno pubblicati gli sviluppi degli eventi sul sito web dell?ECDC.
(1). L?Europa deve prepararsi all?identificazione tramite analisi di laboratorio di questo virus se dovessero emergere dei casi umani
L?ECDC e gli analisti di laboratorio associati che lavorano presso gli istituti nazionali, I Centri per l?Influenza OMS, la Rete Comunitaria dei Laboratori di Riferimento (CNRL) si stanno attivando per assicurare che tutti I laboratori di referenza siano in grado di identificare questi nuovi virus. La capacit? dei laboratori di base in Europa ? per assicurare una pronta diagnosi delle infezioni da nuovo virus dell?Influenza A ? dovr? essere ulteriormente migliorata.
(2). Dal punto di vista della salute umana, rimane cruciale ottenere tutte le informazioni sulla circolazione dei virus dell?Influenza fra la popolazione suina nell?UE con la massima puntualit? possibile
Il controllo dei virus dell?influenza emergenti di origine animale e la valutazione sul loro potenziale pandemico ? essenziale e rimane una priorit? in Europa. Virus dell?influenza atipici o che non ? stato possibile tipizzare devono essere inviati ai laboratori di referenza o ai Centri associati all?OMS in Europa, unitamente ai dati clinici e epidemiologici piu? significativi.
Questa valutazione del rischio dell?ECDC sar? sottoposta a revisione se I suini nell?UE saranno trovati infetti dal virus dell?influenza A(H3N2)v variante o se appariranno a maggiore rischio di diventarlo.
Esperti consultati per la redazione del documento- Kristien Van Reeth, Ghent University, Belgium
- Ian Brown, OIE/FAO/EU International Reference Laboratory for Avian Influenza at the Animal Health and Veterinary Laboratories Agency (AHVLA), Weybridge, UK
- Bruno Lina, Centre Hospitalier Lyon Sud, Lyon, France
- John McCauley and Rod Daniels, WHO Influenza Collaborating Centre, UK
- Tim Uyeki and Susan Trock, US Centers for Disease Prevention and Control (CDC), Atlanta, USA
Questo documento ? stato preparato dai seguenti membri dello staff editoriale dell?ECDC: Eeva Broberg, Celine Gossner, Kari Johansen, Angus Nicoll e Rene Snacken.
Sviluppi recenti negli Stati Uniti d?America
Casi di Infezioni umane da virus dell?influenza A(H3N2)v sono stati riportati negli USA sin dal luglio 2011. Durante il periodo compreso fra luglio 2011 e aprile 2012, 13 casi sono stati identificati in sei stati (Indiana, Iowa, Maine, Pennsylvania, Utah e West Virginia). Fra luglio 2012 e il 9 agosto 2012, ci sono stati altri 153 casi, che hanno coinvolto altri tre stati (Hawaii, Illinois, e Ohio), portando cos? il totale complessivo dei casi a 166 in nove stati [1]. L?Indiana (n=122) e l?Ohio (n=31) sono I due stati con il maggior numero di casi.
I dettagli demografici sono disponibili per 138 dei 153 casi notificati: 128 (93%) casi si riferiscono a soggetti con <18 anni di et?, e 10 (7%) ad adulti [2]. L?et? mediana ? sette anni. La maggior parte dei casi di cui si hanno informazioni disponibili riportano un pregresso contatto con suini o la partecipazione a esposizione fieristiche dove I suini erano presenti.
Tuttavia, limitate istanze di trasmissione interumana sono state osservate in famigliari e in un asilo infantile [3].
La maggior parte dei casi umani notificati di influenza A(H3N2)v hanno presentato una sintomatologia simile a quella dell?influenza stagionale non complicata, con febbre, tosse, faringite, rinorrea, dolori muscolari e mal di testa. Alcuni casi pediatrici hanno presentato anche vomito e diarrea.
Casi ancora piu? lievi di malattia sono possibili. L?influenza A (H3N2)v non pu? perci? essere diagnosticata tramite l?osservazione clinica perch? non differisce da quella causata dai virus stagionali di tipo A o B.
In molti casi la durata della malattia ? stata compresa fra I tre e I cinque giorni.
La durata della replicazione virale e la trasmissione nell?uomo non sono ancora stati investigati appropriatamente.
Nel 2011 tre pazienti hanno richiesto il ricovero in ospedale: in due casi si trattava di bambini con malattie croniche e comunque tutti e tre I pazienti sono guariti completamente.
Fra il 12 luglio e il 9 agosto 2012, due soggetti sono stati ricoverati ed entrambi sono guariti completamente.
Sebbene al momento non siano stati registrati decessi [2], alcuni casi di aggravamento di condizioni preesistenti (come l?asma) sono stati osservati.
Il CDC ritiene che I soggetti che sono ad alto rischio di complicanze per l?influenza stagionale lo saranno probabilmente anche per l?infezione da virus dell?influenza A(H3N2)v.
Sebbene alcuni casi di trasmissione interumana siano avvenuti, non esiste al momento prova di una efficiente trasmissione del virus A(H3N2)v e la maggior parte dei casi di infezione ? correlata a diretta esposizione ai maiali [1].
Negli USA, il CDC suggerisce che l?elemento chiave per la diagnosi di un paziente con infezione da influenza A (H3N2)v sia la determinazione di una connessione epidemiologica con una recente esposizione ai suini nella settimana precedente l?esordio dei sintomi (contatto diretto, ovvero allevamento di maiali, alimentazione, pulizia degli stessi; o indiretto, come per esempio visita a un allevamento o camminare all?interno di una stalla)
Una definizione di caso di probabile infezione da virus dell?influenza A(H3N2)v ? stata definita negli USA, vale a dire pazienti con sindrome influenzale e una connessione epidemiologica con recente esposizione a suini [4].
In un documento di linee guida per I medici USA, elaborato dal CDC, si richiede ai sanitari di notificare I casi probabili ai locali dipartimenti di sanit? e di raccogliere dei campioni clinici da inviare per le analisi in un laboratorio di sanit? pubblica statale.
I virus dell?influenza suina normalmente non infettano gli esseri umani. Tuttavia, casi sporadici di infezione umana con questi virus sono apparsi in passato negli Stati Uniti; I virus erano del tipo comunemente riscontrato nella popolazione suina come per esempio l?H1N1v, l?H3N2v e l?H1N2v [5,6].
Attualmente in CDC riporta I casi umani di infezione da virus di origine suina nell?edizione settimanale dell?aggiornamento epidemiologico sull?influenza, FluView.
Non esiste una sorveglianza sistematica dei virus influenzali fra I maiali, negli USA, sebbene siano stati fatti dei progressi in questo campo [5,7].
Per I casi notificati viene eseguita una caratterizzazione genetica dei virus isolati, cosa che ha permesso di stabilire che il virus dell?influenza A(H3N2)v variante ? un ceppo riassortante contenente il gene M appartenente al tipo A (H1N1)pdm09 pandemico [4].
Ulteriori analisi hanno permesso di confermare la sensibilit? dell?A(H3N2)v agli agenti antivirali neuraminidasi inibitori (oseltamivir e zanamivir) e la resistenza agli adamantani (amantadina e rimantadina) [4].
Si sa ancora poco sul potenziale di trasmissibilit? fra uomo e uomo di questi virus, e fra suini e umani o verso altre specie di cui si conosce la suscettibilit? all?influenza.
Tuttavia, nel furetto, l?A(H3N2)v ha dimostrato di poter replicarsi efficacemente e di essere trasmissibile; il furetto si ritiene uno fra i migliori modelli animali per lo studio del comportamento dell?influenza nell?uomo [8]. Questa scoperta dimostra la necessit? di una continua sorveglianza da parte della sanit? pubblica, specie per quel che riguarda una ulteriore trasmissione interumana.
Studi sierologici effettuati in USA e Canada suggeriscono che I bambini di et? inferiore ai 10 anni sono sprovvisti di immunit? nei confronti del virus A(H3N2)v e perci? sono probabilmente I piu? suscettibili ad esso [1, 9]. Gli adolescenti e I giovani adulti possono avere un certo grado di immunit? crociata, ma alcuni sono sicuramente suscettibili. Le persone di mezza et? e gli anziani mostrano un livello di immunit? crociata inferiore e perci? potrebbero essere piu? sensibili al virus.
I risultati degli studi sierologici sono in linea con la distribuzione demografica dei casi, vale a dire un numero preponderante di casi fra I pazienti pediatrici.
Negli studi effettuati non c?? una indicazione che I vaccini trivalenti contro l?influenza distribuiti durante le ultime due stagioni siano in grado di assicurare una qualche protezione anche nei confronti del virus A(H3N2)v [1,9].
Per questo motivo, e per precauzione, un ceppo riassortante di A(H3N2)v ? stato sviluppato per la produzione di un vaccino specifico contro l?H3N2v se dovesse essere necessario.
Degli studi clinici per determinare la risposta immunologica e la sicurezza d?uso sono stati programmati per I prossimi mesi [11].
L?investigazione epidemiologica e l?approccio indipendente nei confronti delle informazioni provenienti dalla agenzie sanitarie nazionali internazionali, hanno permesso all?ECDC di verificare l?assenza di epidemie di infezioni respiratorie non usuali in altre aree geografiche. Ci? indica che la situazione al momento differisce da quella che si present? in Messico e nel sudovest degli Stati Uniti nel 2009 quando a fronte di qualche caso registrato in USA una ben piu? estesa epidemia era in atto altrove, e che si trattava dell?inizio della pandemia globale di influenza A 2009 H1N1 [12,3].
Nessun caso umano di infezione da virus dell?influenza A(H3N2)v ? stato notificato dagli stati membri dell?Unione Europea o fra I paesi associati.
(continua?)
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H3N2v, Casi Umani negli USA, aggiornamenti ECDC
[Fonte: Centro Europea per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (ECDC), pagina originale in Inglese: (LINK). Testo tradotto e adattato.]
Aumento del numero di casi umani di infezione da virus dell?influenza A H3N2v in USA, aggiornamento epidemiologico-
09 agosto 2012 / ECDC
A partire dal luglio 2011, centocinquantacinque casi umani di infezione da virus di tipo A H3N2v di origine suina sono stati registrati negli Stati Uniti d?America:- Hawaii (1 caso),
- Indiana (113),
- Iowa (3),
- Maine (2),
- Ohio (30),
- Pennsylvania (3),
- Utah (1), e
- West Virginia (2).
Non ? stata determinata la trasmissione da uomo a uomo dell?infezione fra I casi piu? recenti [1-3].
Il recente incremento nel numero di casi ? atteso in base alle conclusioni contenute nella valutazione del rischio pubblicata dall?ECDC nel novembre 2011:- Casi sporadici o epidemie localizzate dovute al virus H3N2v continueranno a comparire negli Stati Uniti;
- Mentre al momento non esistono prove di una efficiente trasmissione interumana del virus, tutti I virus influenzali ? data la loro capacit? di mutare rapidamente ? possono acquisire la capacit? di diffondersi rapidamente;
- Questa variante virale ? in grado di provocare una malattia lieve. I pazienti che sono stati ricoverati in ospedale soffrivano di patologie croniche e sono comunque guariti completamente dalla malattia.
- Questa variante ? sensibile all?attivit? dei farmaci antivirali (neuraminidase inibitori: oseltamivir e zanamivir) sebbene la componente H3N2 del vaccino trivalente stagionale attualmente in uso ? improbabile possa conferire una protezione nei confronti del ceppo variante. La persone piu? anziane probabilmente dispongono di un certo grado di protezione a causa delle ripetute vaccinazioni effettuate in passato con ceppi piu? affini.
- Complessivamente, per l?Europa, il rischio per la salute umana al momento ? ritenuto basso.
L?ECDC e la Rete Comunitaria dei Laboratori di Referenza (CNRL) hanno condotto delle valutazioni sul caso e potenziato la capacit? diagnostica in Europa per la sorveglianza del virus A H3N2v se vi dovessero essere dei casi sospetti nel continente.
I risultati delle valutazioni indicano che il virus variante potrebbe essere diagnosticato tramite le attrezzature disponibili al momento nella maggior parte dei paesi UE sebbene alcuni laboratori potrebbero non essere in grado di effettuare la sottotipizzazione e perci? identificare il virus variante in modo errato [6]. In questo contesto, tutti I virus dell?influenza di tipo A che non sia possibile sottotipizzare devono essere rapidamente inviati al Centro per la Ricerca sull?influenza, che collabora con l?OMS, presso l?Istituto Nazionale per la Ricerca Medica di Londra, Regno Unito.
L?ECDC sta effettuando una revisione della valutazione del rischio e sullo stato della preparazione pandemica all?interno dell?UE.
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[2] Indiana State, Department of Health, Health Officials Confirm 113 Cases of Variant Influenza A Statewide, 8 August 2012
[3] Ohio State, Department of Health, Health Tips for Ohio's Fair Season
[4] US Centre for Disease Prevention and Control (US CDC), Information on Influenza A (H3N2) Variant Viruses (?H3N2v?), 06 August 2012
[5] European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC), Risk Assessment, Swine-origin triple reassortant influenza A(H3N2) viruses in North America, 29 November 2011
[6] European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC), CNRL in silico exercise to determine the
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Mggiori informazioni:
US Centre for Disease Prevention and Control (US CDC), CDC Reports Cases 18-29 of H3N2v Virus Infection; Continues to Recommend Interim Precautions When Interacting with Pigs, 3 August 2012
-------Tags: aggiornamenti, casi umani, cluster di casi, ecdc, h3n2v, influenza suina, stati uniti d'america, unione europea
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