[Fonte: Il Manifesto, testo completo: (LINK). Estratto, adattato.]
di Peter Freeman
Lutto per il mare avvelenato
Il petrolio è ovunque. Ci cammini sopra, ne senti l'odore nell'aria e lo scorgi dentro le onde che si frangono su Papamoa Beach: macchie nerastre che insozzano la schiuma dei marosi. Lungo la spiaggia si stanno accumulando i sacchetti pieni di catrame che i volontari, assieme agli uomini della protezione civile e dell'autorità marittima, stanno cercando di togliere dalla sabbia. Il loro lavoro comincia quando l'alta marea si ritira, e si interrompe molte ore dopo, quando l'acqua comincia a risalire, ma il flusso oleoso non accenna a diminuire, anzi: «Da ieri è aumentato ancora», mi dice una volontaria, avvolta nella tuta bianca e con il viso sporcato dal catrame. (…)
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di Peter Freeman
Lutto per il mare avvelenato
Il petrolio è ovunque. Ci cammini sopra, ne senti l'odore nell'aria e lo scorgi dentro le onde che si frangono su Papamoa Beach: macchie nerastre che insozzano la schiuma dei marosi. Lungo la spiaggia si stanno accumulando i sacchetti pieni di catrame che i volontari, assieme agli uomini della protezione civile e dell'autorità marittima, stanno cercando di togliere dalla sabbia. Il loro lavoro comincia quando l'alta marea si ritira, e si interrompe molte ore dopo, quando l'acqua comincia a risalire, ma il flusso oleoso non accenna a diminuire, anzi: «Da ieri è aumentato ancora», mi dice una volontaria, avvolta nella tuta bianca e con il viso sporcato dal catrame. (…)