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Leucemia a scuola - possibile causa virale? Un parere medico

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  • Leucemia a scuola - possibile causa virale? Un parere medico

    C?? un anello di congiunzione che lega i sette casi di leucemia infantile verificatisi a Milano tra il 14 dicembre e il 14 gennaio scorso. E ha un nome molto conosciuto: il virus H1N1. Proprio l?influenza suina, la pandemia archiviata come inutile emergenza sociale, potrebbe aver spinto verso la malattia bambini geneticamente predisposti. Non si tratta ancora di una clamorosa scoperta, ma di una ipotesi alla quale sta lavorando il gruppo di esperti costituito a Milano dopo il drammatico evento dei sette bambini ammalati in un mese. Un?ipotesi partita dalla prima constatazione che (unico comune denominatore) tutti i bambini interessati si erano ammalati di influenza nelle settimane precedenti ed emersa durante il lavoro congiunto di Asl, Arpa, San Gerardo e Comune eseguito in questi tre mesi.
    Un lavoro rigorosamente scientifico e prodotto in tempi record ?proprio per rispondere alla forte preoccupazione dei genitori dei 400 alunni della centralissima elementare di via Corridoni?, ha spiegato in un lungo incontro con i genitori Luigi Bisanti, epidemiologo dell?Asl e responsabile della relazione. Tre dei sette casi sono infatti alunni della Cuoco Sassi, un quarto ? la sorellina di un allievo, mentre gli altri tre vivono in altre zone della citt?. Esiste un rischio ambientale a frequentare la scuola di via Corridoni? No. Nelle 200 pagine di relazione depositata presso la Procura (dove ? stata aperta un?indagine con l?ipotesi di reato di lesioni colpose) sono trascritte le centinaia di misurazioni effettuate presso la scuola, nel quartiere e nelle abitazioni dei bambini colpiti. I tecnici hanno analizzato livelli di benzene, radiazioni ionizzanti, campi di induzione magnetica in ogni classe e in ciascuna stanza delle abitazioni. L?unico valore che non ? stato indagato ? quello del pm10 ?ma per il semplice motivo che in letteratura scientifica non esiste ricerca che metta in relazione il pm10 con le leucemie? ha detto Bisanti. Tutti i valori sono risultati confrontabili con la media cittadina, spesso addirittura molto al di sotto della soglia minima. E dunque? Dunque i ricercatori, dopo aver escluso il fattore ambientale, hanno fatto una scoperta clamorosa: ?Nello stesso periodo di tempo considerato non solo a Milano, ma anche in Piemonte e in Veneto si sono verificati lievi, ma non trascurabili innalzamento dei casi di leucemia linfoblastica infantile - ha spiegato Bisanti -. Lo stesso ? successo in Inghilterra appena dopo l?ondata di influenza suina?. ?Per le conclusioni bisogner? aspettare mesi di ricerche e controlli incrociati - hanno spiegato Andrea Biondi e Giuseppe Masera, i due medici che al San Gerardo stanno curando i bambini colpiti da leucemia -, ma non ? escluso che il virus possa aver avuto una responsabilit? diretta nel determinare l?affacciarsi della malattia?.


  • #2
    Re: Leucemia a scuola ?L?influenza suina tra le possibili cause?

    Mesi di ricerche? Vorranno dire anni e anni!

    Per dire, la correlazione fra l'HPV (papilloma virus) e il tumore dell'utero ha richiesto decenni per essere finalmente provato; cosi' la relazione fra Helicobacter Pylorii e neoformazioni dello stomaco.

    La contaminazione ambientale pu? spiegare alcune delle patologie emerse in ambienti comunitari, come le scuole, a patto che siano autorit? indipendenti a condurre le analisi epidemiologiche e chimiche, fisiche sui materiali utilizzati per il rinnovo delle strutture.

    Estrapolare a cos? breve termine un possibile legame fra l'influenza H1N1 2009 e l'insorgenza di patologie tumorali ? quantomeno prematuro, se non addirittura fuorviante.

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    • #3
      Re: Leucemia a scuola ?L?influenza suina tra le possibili cause?

      Giuseppe Masera ? ritenuto uno dei massimi esperti di oncologia pediatrica ed ? molto quotato anche a livello internazionale.
      Non mi sembra credibile che abbia fatto una sparata tanto per fare o per ottenere visibilit?...
      La situazione verificatasi a Milano ha pochi precedenti, con il manifestarsi di casi numerosi in un tempo ristretto e in una zona circoscritta e una volta escluse altre possibili cause, l' ipotesi H1N1 va presa in considerazione, anche per la segnalazione di eventi simili in altre regioni italiane e in Inghilterra.
      D'altra parte non ? una novit? che malattie virali possano agire da scatenanti di forme leucemiche o linfomatose.
      Il linfoma di Burkitt, ad esempio, ? causato dal virus della mononucleosi.

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      • #4
        Re: Leucemia a scuola ?L?influenza suina tra le possibili cause?

        Leucemia infantile: causata da banali virus?
        marted? 26 aprile 2005, Il Pensiero Scientifico Editore
        La leucemia infantile ? probabilmente scatenata da banali infezioni contratte nei primi anni di et? e potrebbe essere prevenuta favorendo l?attivit? sociale dei neonati: lo svela uno studio decennale inglese analizzato dalla rivista Nature e dal British Medical Journal.

        Sulle cause scatenanti della leucemia infantile si ? sempre svolto un acceso dibattito: alcuni hanno suggerito che la patogenesi sia influenzata dall?esposizione a radiazioni o agenti chimici, altri hanno accusato le onde elettromagnetiche e i tralicci dell?energia elettrica. Ma lo United Kingdom Childhood Cancer Study, una ricerca che ha raccolto e analizzato informazioni su oltre 10.000 bambini (1737 affetti da leucemia) ha concluso che le infezioni sono un fattore molto pi? influente dell?inquinamento chimico, radioattivo o elettromagnetico.

        Un terzo dei casi di tumore sotto i 15 anni riguarda la leucemia, che colpisce soprattutto i Paesi industrializzati. La malattia colpisce prevalentemente i bambini dai 2 ai 4 anni di et? ed ? trattata con una chemioterapia aggressiva. Circa l?80 per cento dei pazienti ha una sopravvivenza superiore ai 5 anni. Gi? negli anni ?20 era stato ipotizzato un collegamento tra la leucemia e infezioni come il morbillo. Negli anni ?70 i ricercatori avevano scoperto che i virus erano responsabili dell?insorgere della leucemia nei gatti e cavalli, e di una rara forma leucemica diffusa prevalentemente tra gli adulti in Giappone. Ma ci ? voluto lo United Kingdom Childhood Cancer Study per convincere gli studiosi che tra le infezioni virali e la maggior parte delle forme di leucemia c?? un legame.

        ?Le infezioni causano una proliferazione dei globuli bianchi nel midollo osseo nel quadro della normale risposta immunitaria?, spiega Mel Greaves dell?Institute of Cancer Research di Londra ala rivista Nature. ?In coloro che sono geneticamente predisposti alla leucemia, l?infezione causa una proliferazione incontrollata di cellule che conduce al tumore?.

        I ricercatori inglesi aprono per? anche le porte alla speranza: secondo Greaves l?esposizione agli agenti patogeni durante il primo anno di vita pu? aiutare il sistema immunitario del bambino a prevenire l?insorgere della leucemia. ?L?incidenza di leucemia infantile nella Germania dell?Est prima della riunificazione era minore di un terzo che nella Germania dell?Ovest, per esempio?, spiega lo scienziato. ?Questo potrebbe essere dovuto almeno in parte alla consuetudine presente in Germania dell?Est di mandare ogni bambino, al compimento dei 3 mesi di vita, in asilo-nido, esponendolo ad una salutare dose di agenti patogeni?.

        La tesi della prevenzione basata sull?esposizione in et? precocissima agli agenti patogeni ? confermata anche dall?analisi dei dati dello United Kingdom Childhood Cancer Study effettuata da un team di ricercatori guidato da C. Gilham, statistico del Cancer Research UK Epidemiology and Genetics Unit di Sutton e pubblicata dal British Medical Journal: livelli crescenti di attivit? sociale dei neonati sono risultati associati a una consistente riduzione di rischio di leucemia linfoblastica acuta. Viceversa, una ridotta esposizione alle infezioni derivanti dal contatto con gli altri bambini fa correre ai neonati un alto rischio di sviluppare la malattia negli anni seguenti.

        Fonte: Khamsi R. Common

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        • #5
          Re: Leucemia a scuola ?L?influenza suina tra le possibili cause?

          Milano ha problemi ambientali gravissimi.

          Altre zone in Italia hanno sperimentato incrementi inusuali di malattie oncologiche senza una apparente causa: per esempio la zona di Belluno, Feltre oppure Borgo Valsugana in Veneto.

          L'inquinamento industriale pu? causare danni anche decenni dopo che ? avvenuto.

          Io dico soltanto che prima di fare correlazioni bisogna essere certi di quel che si dice, e per aver una certezza di questo tipo sono necessari anni di ricerche - i n di i p e n d e n t i.

          Non basta che l'ASL o l'agenzia regionale per l'ambiente dica che nelle scuole non ci sono contaminanti - o non ci sono stati.

          Non si tratta di agenzie indipendenti, sono sottoposte a controllo politico e in Italia questo significa che non ci si pu? fidare senza che le prove addotte siano corroborate da ulteriori ricerche da fuori.

          Milioni di persone hanno preso l'influenza del 1918 - un virus dalle caratteristiche in qualche modo simili a quello del 2009 - e allora bisognerebbe vedere se fra le statistiche disponibili si trova qualche riferimento a una aumentata mortalit? per malattie del sangue negli anni o decenni successi la pandemia.

          Ecco, questo lo si pu? fare da subito, senza passare per le Asl e le forche caudine del potere politico.

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          • #6
            Re: Leucemia a scuola ?L?influenza suina tra le possibili cause?

            La leucemia ? sicuramente una malattia multifattoriale che ricconosce cause genetiche e ambientali. Queste ultime possono essere molteplici e possono andare da fattori infettivi ad inquinanti atmosferici ( es benzene) all' elettromagnetismo.
            Su quest' ultimo ci sono stati studi iniziali che sembravano mettere in relazione la malattia con la presenza di campi elettromagnetici, quali quelli provoicati da grandi elettrodotti, ma tali studi non hanno trovato poi conferme successive.

            Quello che voglio dire ? che nelle dichiarazioni rilasciate non si intende affermare che l' influenza pandemica sia la causa della leucemia, ma che possa aver agito da fattore scatenante, cos? come possono fare altri virus o fattori esogeni.

            D' altra parte avranno sicuramente verificato che tutti i casi coinvolti, oltre ad aver avuto nelle settimane precedenti un episodio infettivo, siano altres? risultati tutti positivi alle ricerche anticorpali ,la qual cosa potrebbe effettivamente spingere ad ipotizzare l' esistenza di un legame, una volta che sono stati esclusi altri fattori.

            Tutti i casi si siano verificati in un breve lasco di tempo e in zone diverse della citt? (ma con 4 che sembrano tutti riportare alla stessa scuola), il che fa effettivamente pensare ad'un' unica causa che possa aver agito simultaneamente.

            E' un' ipotesi sicuramente suggestiva su cui lavorare...

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            • #7
              Re: Leucemia a scuola - possibile causa virale? Un parere medico

              Leucemia a scuola, la Procura archivia



              La Procura della Repubblica ha chiesto l?archiviazione dell?indagine sulla leucemia alla scuola elementare di via Corridoni. La decisione ? stata assunta dal procuratore aggiunto Nicola Cerrato e dal pm Giulio Benedetti, che avevano aperto un fascicolo di inchiesta a carico di ignoti per il reato di lesioni personali gravissime. Se si fosse accertato che il boom di Lla - leucemia linfoblastica acuta, la sindrome che nell?inverno scorso aveva colpito quattro alunni della stessa scuola - aveva origini in forme di inquinamento ambientale, i responsabili sarebbero stati incriminati. Ma il gruppo di analisi creato da Procura e Asl per studiare il caso di via Corridoni ha escluso che negli ambienti frequentati dai bambini fossero presenti fattori di rischio significativamente elevati: una conclusione che, se ha lasciato senza risposte e senza certezze i genitori dei piccoli e dei loro compagni di scuola, ha costretto la Procura a chiudere il fascicolo. Penalmente parlando, la tragedia vissuta dalle famiglie non ? colpa di nessuno.
              Ma la fine dell?indagine giudiziaria non chiude il caso. Lo spiega uno degli specialisti incaricati di fare parte della task force: Andrea Biondi, primario del reparto di ematologia pediatrica del San Gerardo di Monza, che ha in cura i bambini di via Corridoni. ?In questa fase - dice Biondi - era indispensabile dare in tempi certi una prima risposta alle famiglie, ed ? quello che abbiamo fatto. Ma noi continueremo a studiare il picco di via Corridoni. Non sarebbe la prima volta che un evento drammatico consente alla ricerca scientifica di fare importanti passi avanti. E ricordo che dei tumori in genere, e di questi in particolare, noi sappiamo molto poco. Non sappiamo perch? i bambini si ammalano di leucemia?.
              E allora che ricerche avete fatto?
              ?Le uniche che aveva senso fare, sui pochi fattori di rischio noti: le radiazioni ionizzanti, che sono per esempio quelle della macchine per i raggi X; l?inquinamento da radiofrequenze; le concentrazioni chimiche di solventi e altre sostanze. Tutte queste verifiche hanno dato esito negativo?.
              Perch? non avete analizzato anche la presenza del Pm10, le polveri sottili?
              ?Non possiamo analizzare l?universo. E nella letteratura scientifica sulla Lla non esiste alcuna ipotesi di collegamento con le concentrazioni di Pm10?.
              Avete ipotizzato che la causa sia stata l?epidemia di influenza suina, il virus H1N1. Ma non era un virus considerato quasi innocuo?
              ?Andiamoci piano. Nessuno ha ipotizzato che quel virus abbia causato la leucemia nei bambini. Per il poco che ne sappiamo, la Lla ha origini in alterazioni del Dna precedenti alla nascita. Nella grandissima maggioranza dei bambini, quelle alterazioni restano senza conseguenze per tutta la vita. A volte, per?, accade qualcosa che le attiva, e arriva la leucemia: ma quali siano i fattori che le scatenano, i cosiddetti trigger, noi non lo sappiamo. Esiste la possibilit? che il contatto con determinati tipi di virus abbia questo effetto. Ed ? un dato oggettivo che nello stesso periodo in cui si sono verificati i casi di via Corridoni era in corso l?epidemia di H1N1, portata da un virus con il quale i soggetti di quelle fasce di et? non erano mai entrati in contatto?.
              Ma la suina l?hanno fatta bambini di tutta Italia. Perch? solo in via Corridoni avrebbe scatenato il picco di leucemia?
              ?Esatto. E infatti questa della suina ? solo un?ipotesi. La verit?, per quanto frustrante, ? che cosa sia successo non lo abbiamo capito?.


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              • #8
                Re: Leucemia a scuola - possibile causa virale? Un parere medico

                di Anna Pellizzone - redazione EpiCentro; a colloquio con Luigi Bisanti - direttore Servizio di epidemiologia, Asl Citt? di Milano





                29 luglio 2010 - Tra il 14 dicembre 2009 e il 14 gennaio 2010 tre allievi di una scuola elementare di Milano hanno manifestato i sintomi di leucemia linfoblastica acuta. Nel medesimo lasso di tempo, in citt? si sono registrati altri quattro casi della malattia. Sette casi in totale, quindi, di cui quattro nello stesso quartiere e tre nella stessa scuola. Il tutto in sole quattro settimane.



                Si tratta di numeri importanti, soprattutto se si considera che la leucemia infantile ? una malattia rara, che nei Paesi occidentali colpisce ogni anno 35-45 bambini per milione. ?Statisticamente?, commenta Luigi Bisanti, direttore del Servizio di epidemiologia della Asl Citt? di Milano, ?? improbabile che questo cluster si sia verificato per caso. In tutta la citt? siamo abituati a vedere dai 7 agli 11 casi di leucemia linfoblastica infantile in un anno e quindi la probabilit? che se ne verifichino 7 in un solo mese ? molto bassa?. A meno che non siano l?effetto di una concentrazione elevata di fattori di rischio: ? proprio nella ricerca di questi fattori che la Asl, prima su richiesta del preside della scuola e poi per incarico della Procura di Milano, ha concentrato i propri sforzi.



                Il gruppo di lavoro e i fattori di rischio

                Come prima cosa l?azienda sanitaria ha deciso di organizzare una serie di incontri con i genitori della scuola. ?Le riunioni sono state decisamente positive?, dichiara Luigi Bisanti, ?perch?, nonostante il clima fosse molto allarmato, siamo riusciti a trovare un linguaggio comune e a elaborare insieme un programma per gli accertamenti?. Un piano che, tra le altre cose, ha dovuto tener conto anche del fatto che il complesso scolastico aveva riaperto i battenti nel settembre 2009. Nei tre anni precedenti in cui l?edificio era stato chiuso per ristrutturazione, infatti, gli allievi erano stati ospiti di un?altra struttura. ?A questo punto, le ipotesi da vagliare sulla base delle informazioni disponibili erano quattro?, spiega il dirigente della Asl, ?la prima, secondo la quale i fattori di rischio avrebbero potuto essere nella scuola in questione, la seconda per cui avrebbero potuto essere nella struttura provvisoria, la terza nel quartiere e la quarta in citt??.



                Il tutto con la complicazione non indifferente che, ad oggi, ?non conosciamo esattamente le cause della leucemia, anche se la letteratura ? ricca di indicazioni sui possibili fattori di rischio. Tra questi, il pi? robusto ? l?esposizione a radiazioni ionizzanti, seguito da molti altri che per? sono debolmente associati alla malattia (pesticidi, solventi, campi magnetici, fumo di sigaretta ecc)?.



                Le indagini

                In seguito alle riunioni con i genitori degli studenti, la Asl ha steso un programma per gli accertamenti che ha tenuto conto sia delle indicazioni di letteratura, sia delle esigenze dettate dalla situazione di allarme che si era diffusa tra i genitori. ?Abbiamo indagato l?esposizione dei bambini e dei genitori ai raggi X, alla formaldeide, ai composti organici volatili, ai campi magnetici. Ma anche alla radioattivit? dell?acqua e ai campi elettromagnetici da radiofrequenze. Con le indagini siamo partiti subito concentrandoci sui quattro casi del quartiere, facendo molto pi? di quanto fosse giustificato dalle segnalazioni della letteratura, perch? questo era quello che richiedeva la situazione di emergenza che si era venuta a creare. Per esempio, abbiamo misurato anche le concentrazioni di radon: un cancerogeno che sappiamo benissimo essere legato a tipi di tumori diversi dalle leucemie. E abbiamo fatto tutto il pi? velocemente possibile, in modo da dare delle risposte prima della chiusura estiva della scuola?, prosegue Bisanti.



                I risultati

                Nonostante l?ampio spettro delle ricerche, per?, i risultati ottenuti non sono stati capaci di render conto del cluster di leucemie. ?Le indagini?, sottolinea Bisanti, ?hanno dimostrato come i fattori associabili alle leucemie fossero assenti o presenti in concentrazioni convenzionalmente ritenute accettabili. Per uno dei bambini abbiamo trovato una piccola esposizione a pesticidi, per un altro un?esposizione dei genitori al benzene, per un terzo la vicinanza dell?abitazione ai cavi elettrici del tram. Si tratta per? di fattori insufficienti a spiegare l?aggregazione di sette casi in un mese. Certo, le zone urbane vaste e ad alta densit? si portano dietro cronicamente un?esposizione pi? alta a questo o a quel fattore di rischio. Sicuramente questo non aiuta, ma non si pu? concludere che queste piccole concentrazioni in eccesso possano aver provocato le leucemie. Tra i tantissimi fattori di rischio segnalati in letteratura, quindi, non siamo riusciti a trovare nulla che possa spiegare la concentrazione dei casi. Per questo abbiamo chiuso il capitolo pi? urgente legato alla scuola e ne abbiamo aperto un altro?.



                Il nuovo fronte: leucemie e virus

                Fuori dall?emergenza, che richiedeva risposte immediate riguardo alla sicurezza dell?edificio scolastico, con tempi d?indagine pi? lunghi e investimenti di risorse molto maggiori, la Asl ha deciso di provare a trovare delle spiegazioni per il cluster al di fuori di quelle suggerite dalla letteratura.



                ?Che ci sia una qualche relazione tra esposizione a virus e leucemie?, spiega il dirigente della Asl, ?? confermato da diversi lavori. Per esempio, se un bambino ? esposto al Citomegalovirus, al virus della mononucleosi infettiva o ad altri virus pi? specifici, il rischio di sviluppare una leucemia aumenta?. Ma c?? di pi?: articoli scientifici di 10-15 anni fa riferiscono che, in coincidenza o comunque in relazione temporale stretta con le epidemie influenzali, qualcosa si muove anche nella frequenza delle leucemie. ?Sulla base di queste informazioni abbiamo costruito un modello del tutto teorico, sul quale siamo al lavoro con una squadra di specialisti: immunologi, virologi, oncologi pediatri, epidemiologi e statistici. L?obiettivo ? dare una spiegazione, almeno parziale, a quello che ? successo?.



                Geni e agenti infettanti

                Perch? un bambino manifesti una leucemia, ? condizione necessaria ma non sufficiente che abbia almeno una o pi? mutazioni genetiche comprese in un gruppo ampio ma circoscritto. E pi? le mutazioni si accumulano, pi? il rischio di sviluppare la malattia aumenta. ?Secondo i dati dei colleghi del San Gerardo di Monza, Universit? Bicocca di Milano, verosimilmente circa l?1% di tutti i nuovi nati si porta dietro dalla nascita almeno una delle mutazioni leucemogene. Una percentuale molto alta, soprattutto se si considera che poi in Italia, per fortuna, solo 50 bambini su un milione sviluppano effettivamente la malattia. Ci? significa, quindi, che le sole alterazioni genetiche non sono sufficienti a determinare la malattia. Occorre che un altro fattore - o verosimilmente pi? fattori aspecifici - intervengano a ?slatentizzare? una malattia fino a farla diventare manifesta clinicamente. Tra questi fattori, ? possibile che ci siano agenti infettanti e alterazioni del sistema immunitario. In sostanza nei soggetti con le mutazioni in questione la malattia ? gi? presente, perch? nel loro midollo ci sono gi? i cloni che portano alla leucemia, ma ? latente. Gli agenti infettanti, per?, possono intervenire e rendere manifesta la malattia?, continua Bisanti. Ed ? proprio questa la spiegazione che potrebbe star dietro al leggero aumento dei casi di leucemia osservato in passato in corrispondenza delle epidemie influenzali.



                Un virus sconosciuto: il caso dell?A/H1N1

                La frequenza dei casi di leucemia linfoblastica registrata a Milano nelle quattro settimane a cavallo tra il dicembre 2009 e il gennaio 2010, per?, rappresenta un aumento pi? che ?leggero?. Ed ? proprio da questa osservazione che ? nata l?ipotesi dell?A/H1N1. ?Il virus A/H1N1 ha probabilmente la stessa capacit? aspecifica del Citomegalovirus o del virus della mononucleosi infettiva di tenere occupato il sistema immunitario o creare altre condizioni che favoriscono la proliferazione incontrollata del clone leucemico?, spiega Bisanti, ?ma c?? una differenza: questo agente fino al 2009 era del tutto sconosciuto biologicamente. Questo significa che il sistema immunitario si ? trovato ad affrontare il virus A/H1N1 ad armi spuntate, perch? non aveva da nessuna parte un deposito di strumenti adeguato (gli anticorpi) per poterlo combattere?. Una circostanza che, secondo il modello ipotizzato dai ricercatori, potrebbe avere favorito la comparsa del cluster. Ma perch? proprio a Milano? E perch? proprio in quella scuola?



                L?ipotesi igienica

                Secondo gli esperti, se andassimo ad analizzare il genoma degli allievi coinvolti, la percentuale di soggetti ad alto rischio di leucemia sarebbe uguale a quella di qualunque altra scuola. Per questo i ricercatori hanno ipotizzato che a provocare il cluster milanese sia stato un altro fattore di rischio, determinato non dai geni, ma dalla pi? alta prevalenza di bambini che sono stati in isolamento infettivo nel loro primo anno di vita. ?Quando un bambino nasce, il suo sistema immunitario non ? ancora maturo per affrontare tutti gli stimoli offensivi che vengono dall?esterno e anzi acquisisce questa competenza via via che diventa pi? ?esperto?, attraverso l?esposizione ad agenti infettanti. Possiamo dire che gli episodi infettivi, se da un lato sono altamente indesiderati, dall?altro sono un passaggio obbligato per la maturazione del sistema immunitario?. In questo senso, spesso, i bambini delle classi sociali pi? elevate non sono favoriti nel passare attraverso tutte queste tappe di maturazione, perch? spesso vivono in famiglie poco numerose e soprattutto non vanno all?asilo nido perch? hanno una tata o una babysitter. Ed ? chiaro che in una scuola nel centro di una citt? ricca come Milano ? pi? probabile che l?ipotesi dell?isolamento infettivo, definita anche ?ipotesi igienica?, sia pi? diffusa.



                Un insieme di fattori

                ?Probabilmente quella che si ? venuta a creare a Milano ? una situazione in cui una mano l?ha data il caso, ma una parte l?ha fatta anche l?insieme di fattori di rischio che si ? venuto a creare. Se abbiamo un bambino che ha dei tratti leucemogeni nel genoma, che ha un sistema immunitario che non ? stato abituato a rispondere alle offese e che per di pi? ? stato esposto a un virus sconosciuto, forse i 7 casi di leucemie in un mese si possono spiegare. Ma ci vogliono molta pazienza, molto tempo e molti soldi prima di capire se le cose siano davvero andate cos??, sottolinea ancora Bisanti.



                Comunicare l?allarme

                Un ruolo non secondario nella gestione dell?intera vicenda lo hanno avuto i genitori, coinvolti direttamente dalla Asl nella stesura del piano d?indagine. ?Come Asl?, racconta Bisanti, ?siamo partiti con la ferma determinazione di fare tutto nel modo pi? partecipato e trasparente possibile. Una cosa molto difficile in queste situazioni, perch? spesso tra l?istituzione e la popolazione coinvolta non si riesce n? a trovare un linguaggio comune n? a farsi carico l?uno dei problemi dell?altro?. Nel caso specifico, per?, il dirigente della Asl di Milano mostra una certa soddisfazione: ?il rapporto che abbiamo presentato ? frutto di un compromesso tra le esigenze dei genitori (che richiedevano, per esempio, anche l?analisi del Pm 2,5) e la preoccupazione di non spendere inutilmente risorse umane ed economiche in ricerche che gi? sapevamo non avrebbero prodotto risultati?. Un compromesso reso possibile anche dal diretto coinvolgimento nel gruppo di lavoro di tre rappresentanti dei genitori: Mario Clerici, direttore della cattedra d?immunologia dell?Universit? di Milano, Monica Balzarotti, oncoematologa dell?Humanitas e Maria Cristina Massa. ?? stato importante non negare lo stato di preoccupazione generale e non presentarsi con risposte preconfezionate?, commenta Luigi Bisanti. ?Per fortuna nel momento in cui siamo stati incaricati dalla Procura, e quindi ci siamo scontrati con la necessit? del segreto istruttorio, il piano d?indagine steso in collaborazione con i genitori era gi? stato completato e condiviso con loro?.



                Un fronte su cui si sarebbe potuto lavorare meglio, invece, ? stato la comunicazione dei risultati del rapporto. ?Ha avuto un risalto piuttosto scarso la notizia principale: e cio?, che non erano stati trovati i fattori di rischio legati all?ambiente scolastico capaci di spiegare l?eccesso di casi. Se non abbiamo trovato spiegazioni al cluster, vuol dire che le dobbiamo cercare da qualche altra parte. Far passare questo messaggio sarebbe stato importante per far crescere il livello di competenza delle persone. Nel frattempo, l?Associazione italiana di epidemiologia, l?Associazione italiana registri tumori, l?Associazione italiana di ematologia oncologica pediatrica e un po? tutti coloro che in Italia si occupano di questi temi, hanno inviato al ministro della salute Ferruccio Fazio una nota, sottolineando come quello che ? successo a Milano pu? essere un?occasione per lo sviluppo delle conoscenze sulle leucemie. La nostra speranza ? che, anche con l?aiuto delle istituzioni centrali, si riescano a promuovere nuove indagini epidemiologiche nel settore dei tumori infantili?, conclude Bisanti.

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