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Mortalit? USA nelle 122 citt? nel 2009/10 e 2010/11

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  • #31
    Re: Mortalit? USA nelle 122 citt? nel 2009/2010

    nella 15a settimana si registrano 828 morti per polmonite e infkluenza
    I morti totali sono stati 10897

    Il tasso di mortalit? per P&I sale al 7,6% ( 7,59)

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    • #32
      Re: Mortalit? USA nelle 122 citt? nel 2009/2010

      tabella aggiornata con la mortalit? fino alla 15a settimana.

      si mantiene la tendenza ad un livello relativamente sostenuto della mortalit?, in un periodo con assenza di significativa presenza virale, come testimoniato dalla bassa mortalit? nel gruppo di et? degli over 65

      Saerebbe utile conoscere lo spettro delle et? dei morti per polmonite, perch? l' impressione ? che molte di queste morti avvengano in persone al di sotto dei 65 anni, ma non nei gruppi al di sotto dei dei 44 anni.

      Il sospetto ? che ricadano nella fascia 45-64, che ? l' unica a dimostrare una sostanziale "tenuta" se confrontata con gli anni precedenti
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      • #33
        Re: Mortalit? USA nelle 122 citt? nel 2009/2010

        Dati della 16a settimana:


        779 morti per polmonite e influenza
        11112 morti totali

        tasso di mortalit? per P&I 7%

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        • #34
          Re: Mortalit? USA nelle 122 citt? nel 2009/2010

          Settimana 17

          758 morti per polmonite e influenza
          10718 morti totali

          tasso di mortalit? 7,1%

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          • #35
            Re: Mortalit? USA nelle 122 citt? nel 2009/2010

            nella 18a settimana si registrano:
            10807 morti totali
            731 morti per polmonite e influenza
            Il tasso di mortalità è pari a 6,8%


            Dopo 27 settimane consecutive, questa è la prima che si scende sotto il 7%, a d indicare che la curva ha intrapreso il cammino verso i valori più consoni per la stagione.
            A titolo di confronto, nelle precedenti stagioni il massimo numero di settimane con percentuale superiore a 7 è stato di 21 ( stagione 2003-04)
            Sotto questo profilo, si è trattato di una stagione particolarmente lunga, con una maggiore durata di circa 2 mesi rispetto alle precedenti.

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            • #36
              Re: Mortalit? USA nelle 122 citt? nel 2009/2010

              Nella settimana 19 i morti totali nelle 122 citt? risultano essere stati 10543
              I morti per polmonite e influenza sono 746
              Il tasso di mortalit? risulta essere 7,1%

              In allegato la tabella con la mortalit? delle prime 19 settimane del 2010 e degli anni precedenti fino al 2003

              Nell' ultimo anno risultano esserci da un minimo di 3000 decessi ad un massimo di 18000 decessi in meno nella categoria degli over 65, con una media di quasi 10000 morti in meno, a sottolineare che questo ? stato un anno molto favorevole per la popolazione anziana.

              A fronte di ci? si registra un numero di decessi per P&I che si situa su livelli decisamente elevati, su livelli simili o addirittura superiori rispetto ad altri 4 anni (2009,2007, 2006 e 2003) ed inferiori di circa 3000 unit? rispetto ad anni con mortalit? totale ( in particolare senile) molto elevata.

              Questo si ? verificato in un periodo in cui non risulta esserci stata presenza significativa di virus influenzali, secondo i vari rapporti di Fluview.

              Da un' analisi della mortalita' nelle diverse classi di et?, emerge che la fascia 45-64 sembra essere quella in cui si ha una tenuta maggiore della mortalit?, confrontabile con quella degli anni precedenti, a differenza delle altre fasce che sono tutte in calo significativo.
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              • #37
                Re: Mortalit? USA nelle 122 citt? nel 2009/2010

                Nel file allegato ho riportato due tabelle con i dati complessivi relativi alla mortalità in USA, così come viene registrata dal sistema delle 122 città, che corrisponde grosso modo ad 1/4 della popolazione degli Stati Uniti.

                Nella prima tabella sono riportati i dati sulla mortalità degli ultimi 12 mesi, a partire da poco dopo l' inizio ufficiale della pandemia, la 20a settimana fino all' ultima monitorata, che è la settimana 19 del corrente anno.

                Nella seconda tabella, il periodo coperto va dalla 40a settimana del 2009 fino alla 19a del 2010 e corrisponde al periodo in cui la mortalità per P&I ha cominciato ad elevarsi in seguito all' inizio della pandemia del 2009, fino a quello che si può considerare il termine delle classiche stagioni influenzali.

                Il primo elemento che balza all' occhio è la notevole discrepanza nella mortalità dei soggetti anziani nell' ultimo anno rispetto agli anni precedenti, che va da un minimo di 6000 ad un massimo di quasi 29000 morti i meno.

                Sappiamo che quelli al di sopra di 65 anni sono stati in gran parte risparmiati sia perchè la pandemia 2009 non li ha coinvolti (o solo in minimo grado) sia per l' assenza dell' influenza stagionale che quest' anno non si è manifestata.

                La differenza di decessi in questa categoria risulta già bassa nelle settimane che vanno dalla 20a alla 40a, in un periodo in cui non vi è normalmente presenza di influenza, per cui tale differenza non è imputabile o lo è solo in minimo grado alla presenza dell' influenza pandemica. Ma nelle settimane dalla 40/09 alla 19/10, lo scarto aumenta considerevolmente e va da un minimo di 5000 ad un massimo di 23000.

                Anche a voler considerare solo le prime 19 settimane del 2010, periodo di maggior presenza dell' influenza, lo scarto va da un minimo di 3000 ad un massimo di 18000.

                Quest' anno, privo di una mortalità significativa per influenza negli anziani, può essere a buon ragione considerato un termine di misura approssimativo della mortalità in questa classe di età (livello 0 mortalità senile) rispetto alle stagioni precedenti. Considerando solo le ultime settimane, potrebbe andare da un minimo di 12000 morti ( stagioni più lievi) ad un massimo di 72000 morti ( nelle stagioni peggiori) . Tali cifre si ottengono moltiplicando per 4 quelle indicate sopra, perchè, come ho detto prima, le 122 città corrispondono ad un 1/4 dell' intera popolazione.
                Il valore comunque è approssimativo, sia perchè una certa mortalità vi è stata anche quest' anno negli anziani (ca un 10% della mortalità complessiva) sia perchè possono esserci altre variabili in gioco come la maggiore o minore presenza di altri virus o altri fattori ( ad esempio climatici). Ma, nel primo caso, il grado di mortalità che ho indicato per le stagioni precedenti tenderebbe ad essere sottostimato ( in quanto il livello 0 mortalità senile sarebbe più basso), nel secondo caso potrebbe essere sia sottostimato ( ammettendo una maggiore circolazione e virulenza di patogeni in questo ultimo anno ) sia soprastimato ( ammettendo che negli anni precedenti abbiano agito maggiormente fattori epidemici diversi o climatici ).


                Altro elemento che emerge dalle tabelle in allegato è che a dispetto dei livelli molto bassi di mortalità degli over 65, il livello di mortalità per polmonite e influenza è stato elevato. Se consideriamo la prima tabella, la mortalità per P&I risulta essere stata tra le più alte rispetto alle stagioni precedenti, con valori sovrapponibili alla stagione 2007/08 ( in cui però figurano 13000 morti in più nella classe di età >65) e inferiore di circa 2000 unità rispetto alle pessime stagioni 2003/04 e 2005/06 ( con 24-29000 morti in più ).
                Anche considerando le settimane a partire dalla 40 del 2009, l' osservazione mantiene la sua validità.
                Sappiamo che nelle classiche stagioni influenzali il 90% della mortalità stimata si verifica nelle persone anziane, che hanno presenza di livelli immunitari più bassi e spesso la compresenza di malattie sottostanti che li rendono più fragili. Si parla di una media di 36000 decessi in media durante una singola stagione ( che non è distante dal valore che ho calcolato più sopra, di un range da 12000 a 72000 decessi).
                Una parte di questi decessi viene registrata come polmonite e/o influenza, un' altra parte viene nascosta sotto altre diagnosi di morte, in particolare quelle cardiovascolari.
                In quest' anno gli anziani risultano essere stati in larga parte risparmiati. Se escludiamo altre potenziali cause di morte e proviamo ad immaginare una stagione senza influenza, il numero di decessi attesi per P&I dovrebbe essere decisamente basso. Quanto più basso ? ho calcolato, facendo il confronto dei vari anni, che, approssimativamente, ad ogni 5000 decessi di differenza di mortalità negli anziani durante la stagione influenzale, corrispondano 1000 decessi per P&I. Per cui, in base alla differenza di mortalità di quest' anno negli anziani rispetto agli anni precedenti, mi sarei aspettato nell' arco degli ultimi 12 mesi circa 35000 morti per P&I.
                In realtà risultano essere ca 4000 di più ( 39224). Applicando lo stesso rapporto tra le 122 città e l' intera popolazione degli USA arriviamo a ca 16000 morti in più dell' atteso, rispetto ad un anno con influenza assente.
                In realtà sappiamo che quest' anno è stato contrassegnato dalla presenza dell' influenza pandemica che ha avuto come caratteristica quella di colpire maggiormente le classi di età al di sotto dei 65 anni. Per cui tale cifra potrebe essere quella ascrivibile al nuovo virus pandemico.
                Tale numero non è distante dai valori stimati dalla CDC sulla vera mortalità per influenza pandemica, ove si parla di un valore medio di 12000 decessi ( mentre i casi confermati sono 2000 )


                Queste 16000 morti sono quelle che possono essere attribuite direttamente all' influenza pandemica negli USA e hanno come causa di morte sottostante polmonite o influenza. A queste andrebbero aggiunte quelle con altre cause di morte registrate, ma non sappiamo quali e quante siano ( probabilmente sono in numero inferiore nella popolazione giovane rispetto a quella più avanti negli anni).

                In quali fasce di età ricadono queste morti, escludendo quella degli anziani ?

                Analizzando le tabelle, l' unica classe di età che si è mossa in controtendenza rispetto alle altre, che sono tutte in calo negli ultimi 12 mesi, è quella 45-64 anni ( le altre classi non sono riportate ma tutte denotano cali significativi rispetto agli anni precedenti) e potrebbe essere quella che più ha contribuito alla mortalità per P&I.

                C'è tuttavia un elemento che potrebbe inficiare, almeno in parte, il mio ragionamento. Negli ultimi 2 anni il mondo ha vissuto una profonda crisi economica, che ha avuto il suo epicentro negli USA. Tale crisi ha comportato problemi economici per tante famiglie e perdite di lavoro riguardanti persone in età lavorativa. Lo stress potrebbe determinare malattia e decesso. Ad avvalorare questa tesi il dato che un eccesso di mortalità nella fascia 45-64 si registra a partire dal 2007/08.

                Da considerare anche i cambiamenti demografici negli USA degli ultimi anni, di cui non sono a conoscenza.
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                • #38
                  Re: Mortalit? USA nelle 122 citt? nel 2009/2010

                  Ringrazio 'Tetano' per questa sua analisi dei dati sulla mortalit? nelle 122 citt?-campione esaminate nei bollettini dei CDC settimanali (MMWR).

                  Sebbene la circolazione virale in queste ultime settimane appaia molto bassa, vicina ai livelli extra-epidemici o al di sotto di essi, rimane un numero non basso di decessi ascrivibili a polmonite e/o influenza.

                  Se questi decessi siano causati dall'influenza pandemica o stagionale o dalle sue sequele, da pazienti indeboliti da pneumoniti virali e poi deceduti in seguito a complicanze dopo settimane di degenza o per infezione da altri patogeni rimane da stabilire.

                  E' indubbio che la grande crisi economica che ha colpito gli USA causando un tasso di disoccupazione vicino al 10% - cifra che ? assolutamente al di sopra di quella sperimentata nelle ultime decadi in quel paese - l'ulteriore indebolimento della capacit? di spesa di ampie fasce di popolazione, rimaste anche senza casa, pignorate ecc., avr? avuto ripercussioni sulla spesa medica dei singoli individui e sulla salute di milioni di persone.

                  La malnutrizione, il fumo, l'alcol, la perdita di ruolo sociale tutto ci? avr? avuto un impatto, sebbene non ancora chiarito sulla dinamica della pandemia da H1N1 di origine suina negli Stati Uniti, diversamente da quanto accaduto il altri paesi, come ad esempio il Giappone, dove la malattia ? passata senza causa alcun danno apprezzabile.

                  L'anomala stagione influenzale - priva dei consueti ceppi umani (H1 e H3, B) - avr? aperto la strada ad altri patogeni respiratori, normalmente soggetti a un qualche tipo di interferenza da parte dei primi?

                  Molte altre domande si potrebbero sottoporre all'attenzione degli specialisti e mi auguro che le valutazioni del nostro 'Tetano' siano prese in considerazione dai lettori di questo forum e indirizzate opportunamente, magari calate nella realt? italiana, nella quale una asfissiante disinformazione ha coperta l'intera pandemia, la prima del XXI secolo.

                  (IOH)

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                  • #39
                    Re: Mortalit? USA nelle 122 citt? nel 2009/2010

                    In una poderosa rassegna pubblicata di recente cu Clinical Infectious Diseases, sono stati pubblicati numerosi studi che riguardano l' epidemiologia dell' influenza pandemica negli USA durante la passata stagione.

                    Uno di questi risulta attinente all' argomento del thread e si intitola:

                    Timely Assessment of the Severity of the 2009 H1N1 Influenza Pandemic




                    In esso si dà conto del confronto della mortalità che si è registrata nelle stagioni influenzali a partire da quella del 1968 ( anno della pandemia da H3N2).

                    Gli autori si basano principalmente sui dati della mortalità delle 122 città, divisa per classi di età e sul numero delle morti per polmonite e influenza.


                    In base a metodologie statistiche viene calcolato quello che è l' eccesso di mortalità rispetto ad una ipotetica stagione in cui non circola il virus influenzale e questo eccesso rappresenta grossolanamente l' impatto della presenza del virus sulla popolazione.

                    Si ritiene che l' eccesso di mortalità per P&I rappresenti ca 1/5 della mortalità per tutte le cause respiratorie e circolatorie imputabili all' influenza.


                    I risultati vengono poi rappresentati graficamente

                    <a href="http://s190.photobucket.com/albums/z27/prandot/?action=view&amp;current=F1medium.gif" target="_blank"><img src="http://i190.photobucket.com/albums/z27/prandot/F1medium.gif" border="0" alt="Photobucket"></a>

                    Questo grafico descrive come sia variata la mortalit&#224; per P&I, espressa tramite in valore percentuale rispetto alla mortalit&#224; complessiva, nel corso delle varie stagioni, a partire dal 1990.

                    La linea rossa costituisce la baseline ( l' atteso in base all' andamento delle precedenti stagioni) mentre la linea rossa la percentuale effettiva riscontrata nella determinata stagione.
                    Da essa si nota come stagioni in cui si sono verificati picchi di mortalit&#224; ( 1999, 2003) si alternino ad altre in cui la mortalit&#224; si ferma ai livelli basali.

                    Gli anni in cui vi &#232; stata una prevalenza del virus H3N2 hanno registrato eccessi di mortalit&#224; mediamente superiori rispetto a quelli in cui a circolare maggiormente &#232; stato il virus H1N1.

                    Analizzando questo grafico non si direbbe che la stagione pandemica abbia lasciato un segno particolare, in quanto l' andamento sembra essere sovrapponibile a quello di stagioni con impatto moderato.

                    Ma per capire cosa &#232; successo realmente nella passata stagione bisogna analizzare i grafici successivi che vengono illustrati, i cosiddetti "spaghettigrams"

                    Il primo &#232; questo:

                    <a href="http://s190.photobucket.com/albums/z27/prandot/?action=view&amp;current=F2medium.gif" target="_blank"><img src="http://i190.photobucket.com/albums/z27/prandot/F2medium.gif" border="0" alt="Photobucket"></a>

                    In esso si vedono tante linee colorate che stanno ad indicare, per ogni anno a partire dal 1968, l' eccesso di mortalita' settimanale per P&I in tutti i gruppi di eta' moltiplicato per il numero stimato di morti ( da tutte le cause) in quella settimana e aggiustato per la proiezione di morti stimate per il 2009 ( in modo da rendere omogenee le curve di tutti gli anni)
                    La linea nera &#232; quella della passata stagione pandemica, quell viola &#232; quella del 1968, quella rossa del 1976 (anno della paventata pandemia dopo il caso a Fort Dix). Quella nera tratteggiata &#232; quella della stagione 2008-2009.

                    In questo grafico comincia ad emergere come l' andamento della mortalit&#224; del 2009, con ca 12000 morti stimate, si situa ad un gradino pi&#249; elevato ed &#232; sovrapponibile a quello delle stagioni precedenti pi&#249; cattive ( quelle in cui domina il virus H3N2), ma al di sotto della fascia pandemica

                    Ma ancora maggiore chiarezza la fa il grafico successivo:

                    <a href="http://s190.photobucket.com/albums/z27/prandot/?action=view&amp;current=F3medium.gif" target="_blank"><img src="http://i190.photobucket.com/albums/z27/prandot/F3medium.gif" border="0" alt="Photobucket"></a>

                    In esso il calcolo precedente viene applicato alle diverse classi di et&#224; e si manifesta il vero volto della passata pandemia.
                    Nelle classi di et&#224; da 0 a 18 anni e da 18 a 24 anni l' andamento si situa ai livelli di tipo pandemico e supera quello di tutti gli anni precedenti, compreso l' anno del 1968, anche se in queste classi di et&#224; la numerosit&#224; sia scarsa e l' eccesso &#232; dell' ordine di qualche centinaio di casi.
                    Per la classe di et&#224; dai 25 ai 64 anni l' andamento risulta sempre in ambito pandemico, anche se inferiore a quello del 1968, con una numerosit&#224; pi&#249; significativa di qualche migliaio di casi. In questa classe di et&#224; si &#232; infatti verificato il grosso dell' incidenza della mortalit&#224; in termini assoluti per influenza pandemica-2009.

                    L' ultimo scaglione, quello degli over 65, ha invece avuto un andamento che si situa ai livelli pi&#249; bassi, pari a quello delle stagioni pi&#249; miti ( come quelle in cui ha dominato il virus H1N1 stagionale).


                    Ma poich&#232; la classe di et&#224; pi&#249; anziana determina normalmente il grosso della mortalit&#224; per influenza, si calcola ca un 90&#37; della mortalit&#224; totale ascrivibile all' influenza, il ridotto impatto della passata stagione sulla popolazione anziana spiega perch&#232; il vero volto della pandemia 2009 venga mascherato dalla mortalit&#224; complessiva ed emerga invece da quella diversificata per fasce di et&#224;, con la fascia di popolazione intermedia che ha pagato il tributo pi&#249; alto.

                    Gli autori riferiscono della possibile distorsione imputabile alla maggiore attenzione mediatica, come si &#232; verificato nel 1976. Dopo il primo caso a Fort Dix, vi &#232; stato il timore di una pandemia simile a quella del 1918 In quell' anno vi &#232; stato in effetti un numero elevato di segnalazioni di decessi, ma concentrati quasi esclusivamente nella popolazione anziana, in cui normalmente tali decessi, per l' azione del virus stagionale, si manifestano. Non si &#232; registrato lo stesso fenomeno in altre classi di et&#224;, come successo durante la pandemia del 2009 e questo fa ritenere che l' effetto mediatico, se anche ha avuto un ruolo, non sia stato determinante.


                    Mi fa piacere che l' analisi statistica confermi sostanzialmente quello che,in maniera pi&#249; artigianale, ho sostenuto fin dall' estate del 2009, quando ho cominciato ad analizzare i dati della mortalit&#224; nelle 122 citt&#224;.

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                    • #40
                      Re: Mortalit? USA nelle 122 citt? nel 2009/2010

                      Ti ringrazio per questa bella esposizione di un importante studio che dissolve le inconsistenti obiezioni fatte alla decisione di dichiarare la pandemia nel 2009 da parte di una certa stampa e soggetti privi di competenze e buon senso.

                      Comment


                      • #41
                        Re: Mortalit? USA nelle 122 citt? nel 2009/2010

                        A completamento del lavoro iniziato a fine estate del 2009 ho aggiunto i dati relativi alla stagione 2010-2011, suddivisi per date e per classi di et&#224;, cos&#236; come avevo fatto in precedenza.
                        In allegato 2 tabelle:
                        la prima si riferisce ai dati relativi a tre periodi principali, che sono quelli corrispondenti alle settimane dalla 20a alla 39a, dalla 40a alla 52a e dalla 1a alla 19a delle ultime 8 stagioni.
                        La seconda riporta i dati cumulativi che vanno dalla 20a alla 19a dell' anno successivo, con una seconda tabella che si focalizza sul periodo che va dalla 40a alla 19a.

                        Il confronto con i dati relativi all' ultima stagione 2010/2011 &#232; partricolarmente interessante.

                        Innanzitutto vi &#232; stata una risalita della mortalit&#224; negli over 65, che avevano fatto segnare nel corso della prima stagione pandemica il livello pi&#249; basso. Infatti i dati cumulativi riportano 14000 decessi in pi&#249;, in questa fascia di et&#224;, rispetto all' anno precedente, che come si vede dalle tabelle parziali sono avvenuti in particolare nella settimane di fine 2010 e di inizio 2011. Questo non &#232; sorprendente, in quanto sappiamo che nella ultima stagione hanno ripreso a circolare i virus stagionali sia del tipo B che H3N2, che lo scorso anno erano stati completamente soppiantati dal virus pandemico.
                        Il dato pi&#249; saliente, a mio avviso, &#232; quello relativo al numero di decessi per polmonite e influenza che hanno totalizzato 18072 nelle settimane 1-19 del 2011, raggiungendo uno dei livelli pi&#249; elevati in confronto alle precedenti stagioni, superato solo dagli anni 2004, 2005 e 2008 in cui si registr&#242; un numero particolarmente elevato di decessi nelle persone anziane.
                        In parte l' aumento dei decessi per P&I &#232; attribuibile alla ripresa della mortalit&#224; senile, ma una componente importante &#232; rappresentata dalla fascia 45-64 che raggiunge 52187 decessi, che risulta essere il livello pi&#249; alto in confronto a tutte le stagioni precedenti.
                        L' elevata mortalit&#224; in questa fascia di et&#224; potrebbe dipendere dalla rinnovata circolazione del virus pandemico ed essere considerato come un suo segno distintivo.

                        In verit&#224; il dato di raffronto tra mortalit&#224; degli over 65 e dei 45-64 appare essere spostato a favore di questi ultimi anche durante la stagione 2008-09, periodo in cui non circolava, almeno ufficialmente, il virus pandemico. Ma se guardiamo ai decessi per P&I, vediamo che nelle settimane 1-19 del 2009 sono a livelli molto pi&#249; bassi (16199), per cui si potrebbe ipotizzare un aumento di mortalit&#224; da altre cause ( crisi economica ?)
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                        • #42
                          Re: Mortalit? USA nelle 122 citt? nel 2009/10 e 2010/11

                          La tabella con i dati aggiornati fino all' ultima stagione, la 2013-14.
                          In questa si ? verificata una recrudescente ondata di influenza di tipo H1N1-pdm09, che ha fatto registrare molti ricoveri e decessi, soprattutto tra la popolazione di mezza et?. Nel conteggio conclusivo appare evidente il consistente aumento della mortalit? nella fascia 45-65. Rispetto alla stagione precedente, si ? verificato un netto calo dei decessi nell' et? senile (>65 anni) e anche dei decessi per polmonite e influenza e un aumento di quasi 2000 unit? delle morti nella fascia sottostante. Ricordo che la mortalit? delle 122 citt? rappresenta ca 1/4 della mortalit? complessiva negli Stati Uniti.
                          L' OMS nell' agosto del 2010 ha dichiarato la fine della pandemia, ma da allora ad oggi siamo stati testimoni di diverse ondate che hanno investito paesi e anche aree geografiche ampie in parti diverse del pianeta.
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